Il 2024 biancorosso: da aprile a giugno. Di Cesare e Giampaolo salvifichi, poi la rivoluzione tecnica-dirigenziale
E anche il 2024 è giunto al termine. Non certo un anno semplice per il tifo biancorosso, tra fugaci soddisfazioni e molte delusioni di un anno che, oltre ad essere bisesto, è stato anche abbastanza funesto. In queste righe, ripercorriamo il periodo pienamente primaverile di questa mesta annata.
Il Bari inizia il mese di aprile con un 1-1 contro il Modena in un lunedì di Pasquetta che avvicina ulteriormente il Galletto alla zona playout, in barba agli auspici di inizio stagione e quanto fatto l'anno prima. Prosegue il crollo con una duplice sconfitta per 2-1: la prima in casa contro la Cremonese, aperta da un fulmineo autogol del rientrante Maiello, la seconda contro un Como in lotta promozione diretta. Quello di Puscas al Sinigallia è l'ultimo timbro dell'esperienza di Beppe Iachini a Bari. Ancora un cambio in panchina, per un annus horribilis che vede adesso chiamato alla missione salvezza Federico Giampaolo, fratello del più noto Marco, nonché sin lì tecnico della Primavera. L'esordio è un pari contro il Pisa, a cui segue un pesante 4-1 contro il Cosenza che rischia di fare saltare definitivamente il banco.
A maggio però, si intravedono timidi lampi di luce. Un tiro a giro di Valerio Di Cesare contro il Parma, avanti al trentesimo grazie a Bonny, non risparmia la festa emiliana per l'accesso aritmetico in Serie A, ma permette al Bari di avere ancora tra le mani il proprio destino. Ancora un 1-1 contro il Cittadella e ci si gioca tutto all'ultima giornata contro un Brescia abbastanza tranquillo. Ancora il Capitano e poi Sibilli permettono un ritorno alla vittoria che mancava da tempo e consegnano un'ultimissima chance di permanenza in cadetteria: i playout contro la Ternana.
Davanti a 34mila spettatori, i biancorossi non vanno oltre l'1-1. Nasti, uno degli uomini più in palla del periodo, batte Iannarilli con un secco tiro a cui risponde Gaston Pereiro, la cui conclusione viene deviata beffardamente da Valerio Di Cesare, probabilmente alla sua ultima partita davanti alla sua gente. Il 23 maggio, in terra umbra, per giunta nel giorno del compleanno del n.4, non c'è altra via di scampo: o la vittoria o la Serie C. Quando il primo tempo sembra spegnersi su uno 0-0 che non farebbe altro che aumentare la pressione, una rovesciata del festeggiato regala al Bari il primo sussulto di una serata che, con anche le reti di Ricci e Sibilli, si conclude con un largo trionfo e lo spauracchio retrocessione scampato.
Con giugno giunge tempo di pesanti riflessioni nel capoluogo pugliese e lo stravolgimento è totale: Di Cesare annuncia il suo ritiro da calciatore e la sua entrata in dirigenza al fianco del nuovo direttore sportivo Giuseppe Magalini, reduce dalle grandi cose fatte a Catanzaro. In terra calabrese, ci va il Ds uscente Ciro Polito, mentre al posto di Federico Giampaolo, viene scelto Moreno Longo, esonerato dal Como verso la fine del girone di andata, ma autore di ottimi risultati a Torino, Alessandria e Frosinone. A lui, e non solo, spetta l'arduo compito di ripartire dalle macerie di una squadra sull'orlo del baratro ma ancora in Serie B.