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TMW RADIO - Lopez: “Bari? La squadra non è all’altezza. Marino? L’allenatore conta solo il 15%”
tmwradio
Ospite: Antonio "Totò" Lopez;
Piazza Affari con Cristiano Cesarini e Alessandro Sticozzi
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Antonio Lopez, ex calciatore, è intervenuto nel corso del programma “Piazza Affari” a TMW Radio per commentare vari temi.
Che idea si è fatto sul Bari?
“Nonostante il cambio allenatore non vedo un granché. Ci si aspettava di più. Io faccio un’analisi da osservatore. L’allenatore non influisce tantissimo. Se non hai la squadra per competere non riesci a competere. L’allenatore conta il 15%. Se hai una squadra forte, come è successo a me, arrivi dalla C alla A. Il nostro presidente spendeva tanto”.
Lei ha detto che manca il regista al Bari. Si può giocare anche senza?
“I signori allenatori predicano bene e razzolano male. Il regista è un elemento fondamentale. Se non hai un giocatore del genere non vai da nessuna parte. I “manovali” che corrono e mettono agonismo sono importanti ma non possono dare i tempi della squadra. Quando è nato questo calcio si discuteva Pirlo. Basti pensare, infatti, a quando Allegri lo mise sul lato e io volevo morire. Pirlo, poi, alla Juventus ha dimostrato la sua forza. Nel calcio di oggi io non riesco molto a gioire perché non c’è più questo ruolo”.
Che cosa succede al nostro calcio?
“Gli inglesi erano famosi per il gioco fisico. Ora vi posso dire che in Inghilterra sono diventati italiani e noi siamo diventati inglesi. Abbiamo perso la qualità. Io sono andato a vedere gli allenamenti delle giovanili con Gianni Rivera e abbiamo visto un allenatore a braccia conserte che guardava i suoi ragazzi correre. Io ho acquisito tecnica allenandomi ogni santo giorno con il pallone”.
Con il rientro di Menez possono cambiare le cose? Sulla società?
“Menez può dare fantasia perché ha i piedi buoni. Il problema è che non può cambiare tutto. Io vi posso dire che da Bari mi chiama tanta gente e i tifosi sono arrabbiati. Io ho avuto Matarrese. Voleva la Serie A e ha speso tanti soldi. Mi ricordo quanto spese. Per arrivare in Serie A questa società, dopo la delusione dello scorso anno, doveva spendere e comprare. Serviva una punta da tanti gol. Ricordiamoci, poi, che sono stati venduti tanti calciatori”.
Che idea si è fatto sul Bari?
“Nonostante il cambio allenatore non vedo un granché. Ci si aspettava di più. Io faccio un’analisi da osservatore. L’allenatore non influisce tantissimo. Se non hai la squadra per competere non riesci a competere. L’allenatore conta il 15%. Se hai una squadra forte, come è successo a me, arrivi dalla C alla A. Il nostro presidente spendeva tanto”.
Lei ha detto che manca il regista al Bari. Si può giocare anche senza?
“I signori allenatori predicano bene e razzolano male. Il regista è un elemento fondamentale. Se non hai un giocatore del genere non vai da nessuna parte. I “manovali” che corrono e mettono agonismo sono importanti ma non possono dare i tempi della squadra. Quando è nato questo calcio si discuteva Pirlo. Basti pensare, infatti, a quando Allegri lo mise sul lato e io volevo morire. Pirlo, poi, alla Juventus ha dimostrato la sua forza. Nel calcio di oggi io non riesco molto a gioire perché non c’è più questo ruolo”.
Che cosa succede al nostro calcio?
“Gli inglesi erano famosi per il gioco fisico. Ora vi posso dire che in Inghilterra sono diventati italiani e noi siamo diventati inglesi. Abbiamo perso la qualità. Io sono andato a vedere gli allenamenti delle giovanili con Gianni Rivera e abbiamo visto un allenatore a braccia conserte che guardava i suoi ragazzi correre. Io ho acquisito tecnica allenandomi ogni santo giorno con il pallone”.
Con il rientro di Menez possono cambiare le cose? Sulla società?
“Menez può dare fantasia perché ha i piedi buoni. Il problema è che non può cambiare tutto. Io vi posso dire che da Bari mi chiama tanta gente e i tifosi sono arrabbiati. Io ho avuto Matarrese. Voleva la Serie A e ha speso tanti soldi. Mi ricordo quanto spese. Per arrivare in Serie A questa società, dopo la delusione dello scorso anno, doveva spendere e comprare. Serviva una punta da tanti gol. Ricordiamoci, poi, che sono stati venduti tanti calciatori”.
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