TuttoB.com
Lega B, Bedin: "Rafforzare le politiche sulla valorizzazione dei giovani. E non solo in B"
Tanti i temi che ha toccato il presidente della Lega B Paolo Bedin nel corso dell'intervista odierna rilasciata a Radio Serie A, intervista che di seguito riportiamo integralmente evidenziando le tematiche toccate da massimo dirigente cadetto:
SULLA FUNZIONE DELLA LEGA SERIE B
"La funzione fondamentalmente di una Lega è il suo ruolo associativo, perché aggrega le squadre che fanno parte stagione per stagione di quel campionato. Poi organizzativo, perché ha una delega federale per l'organizzazione del campionato e di altre competizioni. E ovviamente gestionale, perché c'è tutto un indotto economico che sostiene il campionato e le società che ne fanno parte. C'è un alveo normativo a cui bisogna adempiere. Ci sono aspetti di esposizione mediatica, tutta un'area di comunicazione e di marketing, da sviluppare e valorizzare. Ruolo fondamentale in uno scenario professionistico come quello di cui stiamo parlando".
IL SUO PERCORSO PROFESSIONALE
"Mi avvicino al calcio provenendo dal giornalismo. Ero un giornalista pubblicista, che poi entrò nel Vicenza calcio di allora nell'area di Comunicazione. Una grande esperienza anche professionale che collateralmente culminò con risultati straordinari per una squadra provinciale, tra cui quattro anni di Serie A, una vittoria di Coppa Italia, una semifinale di Coppa delle Coppe persa negli ultimi minuti con il Chelsea a Stamford Bridge. Poi mi spostai al Venezia, tre anni, tra serie A e B; quindi, rientro a Vicenza con un ruolo dirigenziale che mi ha permesso di conoscere la Lega. La grande soddisfazione nel 2009 di venire incaricato dalle allora società di Serie B della Lega Nazionale Professionisti di preparare lo split, la suddivisione delle due entità giuridiche, Serie A da una parte, Serie B dall'altra. Successivamente nove anni di direzione generale in Lega Serie B con l'attuale ministro Abodi, che ricopriva il ruolo di Presidente e che stimo come persona e come professionista. Poi ritorno a casa come DG nel nuovo Lanerossi Vicenza di Renzo Rosso, fino all'ultimo anno e mezzo molto gratificante, come Direttore Generale della Lega Pro a fianco del Presidente Marani".
CRESCITA DEI RICAVI E DEL FATTURATO
"Aspetto fondamentale, che però si estende anche alla Serie A e alla Serie C. Il nostro è un settore industriale, perché il calcio ormai va trattato come comparto economico. Il calcio ha vissuto negli ultimi anni un paradosso, un incremento dei ricavi e quindi un allargamento della capacità di creare e intercettare valore. Ma anche, come spesso succede al nostro settore, un incremento ancora più significativo di costi. Che ha portato a un preoccupante deficit e un ancora più grave indebitamento".
IN CHE DIREZIONE SI PUÒ ANDARE PER RITROVARE SOSTENIBILITÀ
"Facendo una premessa fondamentale, siamo un sistema aperto con promozioni e retrocessioni che deriva da una cultura sportiva europea. È un valore. Il valore del turnover può creare delle criticità in termini di stabilità, ma è un valore che permette il sogno al tifoso, la crescita di una società sportiva, l'approdo in campionati che generano più valore economico. Che va difeso. Certamente va trovato un equilibrio difficile, complesso, perché i club si trovano in una situazione di compromesso tra la competitività sportiva, che porta ad investimenti e costi nell'area tecnica con rose importanti di giocatori e tecnici, e la sostenibilità del conto economico. È un compromesso difficile da trovare.
Certamente il ruolo di una Lega, il ruolo di una governance, di dirigenti che guardano magari a un'ottica di medio termine, è quello di cercare di contemplare da un lato la competitività delle squadre e possibilmente l'aumento dei ricavi, con le politiche che si possono intraprendere nei settori che permettono questo (i diritti televisivi, la parte commerciale, lo sponsoring, il merchandising e quant'altro), e alcuni sistemi equilibrati di controllo dei costi, introdotti anni fa, tra cui il salary-cap collettivo, quindi il rapporto tra il valore della produzione e gli emolumenti complessivi; all'epoca riuscimmo anche a introdurre un salary-cap individuale, formato da una parte fissa e una variabile. E poi le liste dei giocatori Over e Under, con l'obiettivo di valorizzazione dei giovani talenti che le liste Under permettevano di avere.
Chiaro che dovremmo fare una riflessione a livello assembleare, l'ho inserito nel programma, ne abbiamo già accennato in assemblea, per contemplare queste diverse esigenze, che tra loro come dire si scontrano, non si parlano. Ma che una progettualità sana sia del singolo club sia del movimento nella sua interezza, per chi come me ha la responsabilità di rappresentarlo, deve fare".
IL SISTEMA AMERICANO PRODUCE NON SOLO INCREMENTI DI VALORE, MA ANCHE PROFITTI ANNUALI. NEL CALCIO SI FA PIU' FATICA A REALIZZARE QUESTI INTERVENTI
"Questo tema mi è molto caro. Quello del coinvolgimento degli atleti. Proveremo a farlo valere. Anche grazie al rapporto con l'Associazione Italiana calciatori che va mantenuto forte. Penso ci sia spazio per condividere il concetto di sostenibilità economico/finanziaria. Come? Responsabilizzando l'atleta in qualche maniera in quello che possiamo definire il "rischio d'impresa", legato alle promozioni e retrocessioni, che determinano un crollo dei ricavi. Mediamente tra Serie A, B, C l'incidenza degli emolumenti, degli stipendi sportivi, degli atleti, da un minimo del 75% addirittura a oltre il 100%. Vuol dire che in taluni casi erodono il 100% dei ricavi dell'azienda. È ovvio che questa situazione non è più sostenibile. Per due motivi: per le proprietà attuali che non riescono a farne fronte e perché non permette di intercettare proprietà sane future".
SE SAI CHE ENTRI IN UN MERCATO IN CUI PERDI, TI GUARDI BENE DALL'INVESTIRE
"Esatto. Ed è uno dei cavalli di battaglia che il sistema deve cavalcare. Intercettare imprenditoria importante, solida e sana. L'appeal del sistema non è in discussione: lo sport, il calcio in particolare, mantiene un appeal straordinario, lo si vede con le presenze allo stadio, con l'audience televisiva, lo si vede con il fatto che, malgrado le difficoltà, è un sistema che continua a richiamare investimenti (tanti proprietari stranieri anche in B).
Penso sia un dovere del sistema porsi anche la domanda sul futuro: l'intercettazione di proprietà italiane o straniere che possono investire e prendere il testimone per portare avanti il nostro amato sport, deve basarsi su regole chiare, ma anche su una sostenibilità e sull'equilibrio economico/finanziario, non più procrastinabile".
LE POLITICHE SUI GIOVANI. TANTI DI LORO NEL CAMPIONATO DI SERIE B CHE STANNO AVENDO SUCCESSO
"Io penso che un sistema piramidale debba creare una sorta di filiera industriale. E se parliamo di talenti, è chiaro che serie B e serie C devono avere una funzione, generare valore, tecnico, e quindi anche economico, per poi permettere alla serie A di trarne beneficio. Almeno questo dal punto di vista ideale sarebbe quello che le categorie inferiori dovrebbero fare. Ci sono molte politiche di valorizzazione dei giovani in Serie C e B. Vanno rafforzate. Va seminato il culto del settore giovanile, del vivaio, dello scouting nel senso buono del termine, specie nel territorio di riferimento. È un valore sociale e di comunità. Avere una squadra professionistica di riferimento in ogni provincia, che è in grado di essere da collettare di centinaia di società dilettantistiche che lavorano bene sul settore giovanile, diventa non importante, ma fondamentale.
Ci sono degli ostacoli, ad esempio il tema del decreto lavoro di qualche mese fa; il come queste società possono lavorare nel settore giovanile intercettando i talenti e poi tenendoli all'interno della società senza rischiare che vengano sottratti. Ora abbiamo una liberalizzazione potenziale dei giovani calciatori che sono all'interno dei settori giovanili. Uno strumento che va implementato e rafforzato è quello dell'apprendistato. I fondi che già ci sono da ridistribuire in base al minutaggio dei giovani nella prima squadra, è un meccanismo che sta funzionando e va continuamente migliorato. Va invece spinto l'investimento in strutture per il settore giovanile e quello in professionalità a livello di allenatori, preparatori atletici e tutto il personale, lo staff tecnico che supporta il settore giovanile".
"Se noi immaginiamo che le nostre società sportive siano aziende, ebbene il settore giovanile e il settore ricerca-sviluppo di qualsiasi azienda. E quindi incentivi, o meccanismi di defiscalizzazione, di quel settore, diventano importanti per convincere i nostri imprenditori a continuare a investire nel settore giovanile.
Il settore giovanile è una responsabilità che molte nostre società sentono addosso, cercano di avere una visione sociale oltre che tecnico-economica. Due aspetti: l'apprendistato come strumento, se andiamo a riempirlo di contenuti può essere uno strumento straordinario, anche per dare ai ragazzi una seconda via, oltre a quella sportiva, che è quella formativa. In più, le strutture e la professionalità degli allenatori e degli educatori. Ricordo la Riforma Zola della Lega Pro che va nella direzione giusta. Ci deve essere una filiera, ognuno si prende delle responsabilità per riattivare un meccanismo di giovani talenti italiani in Serie A che si è un po' interrotto".
SULL'UNITÀ DEL SISTEMA
"È fondamentale, l'ho scritto nel programma. Abbiamo avuto l'opportunità di trovarci con Simonelli e Marani alla presentazione dell'Album Panini, senza dimenticare ovviamente il presidente Abete. Ci sono i presupposti per un accordo di sistema, ognuno con il proprio ruolo e le proprie prerogative. Ci sono cose su cui non saremo d'accordo, ma ne abbiamo tantissime su cui possiamo lavorare insieme. Tutto all'interno dell'alveo federale che ci rappresenta con il Consiglio Federale. Penso che sia doveroso e che non sia una scelta. In questo momento storico, con temi sul tavolo come la sostenibilità, infrastrutture e la valorizzazione dei giovani talenti, ci si deve sedere costantemente al tavolo per trovare le soluzioni assieme alla federazione e al presidente federale".
SUL MODELLO ITALIANO
"Un sistema funziona indipendentemente dal fatto che abbia una o più leghe, funziona se i diversi campionati trovano una funzione, una sinergia che permetta di lavorare assieme sui temi principali che ci accomunano. Il tema della sostenibilità, dei giovani, il tema infrastrutturale, sono temi verticali. In questo momento mi concentrerei sul come lavorare in termini di filiera, prendendoci ognuno una responsabilità all'interno di un quadro progettuale comune".
QUESTIONE STADI
"Ogni società cerca assieme al comune o all'amministrazione di far fronte ai requisiti minimi che i criteri FIGC impongono, sono investimenti per essere a norma. Ma questa non è una riqualificazione globale della nostra impiantistica sportiva. Il ministro sta cercando di operare in questo senso, per costruire un progetto globale. C'è un tema importante di investimenti perché per costruire nuove strutture o riqualificare quelle esistenti bisogna investire decine di milioni con un ritorno a 20/30 anni. Convengo con il ministro che ci voglia una progettualità centrale che possa dare regole e tempistiche certe e dare un aiuto sull'accesso al credito e al reperimento degli investimenti che sia uniforme. Ci sono delle realtà che si stanno muovendo, ho un po' più di fiducia rispetto a dieci anni fa. Mi auguro che ci sia una accelerata forte su questo tema perché non è solo una questione di strutture da sostituire, ma più in generale un elemento di appealing di quegli impianti verso i tifosi, oltre che anche economico per generare nuovi ricavi. Se dobbiamo riequilibrare il conto economico, gli altri sistemi ci hanno dimostrato che gran parte dei ricavi provengono dal match day e derivano dall'organizzazione dell'evento e dall'occupazione di quell'impianto per più ore e più giorni. Una riqualificazione dell'impiantistica porta innumerevoli benefici al sistema.
Lo stadio si porta dietro da decenni il concetto di operazione speculativa, mentre spesso è una operazione di investimento dal ritorno incerto. Spesso si parte dalla parte architettonica, senza studio di fattibilità, senza studio sull'impatto ambientale, senza business plan adeguati che permettano di capire la sostenibilità dell'investimento. Ci vuole uno sforzo affinché il tema sia posto nella maniera corretta a tutta la collettività, ci vuole unione tra pubblico e privato e possibilmente una regia centrale che dia tempi e modalità certi per l'operazione".
LA CRESCITA DEI DIGITAL ASSET E SUI DIRITTI TV
"La forza di una lega è la somma delle competenze che la lega riesce a mettere dentro. Ho visto vari modelli e quasi tutti i modelli sono modelli organizzativi molto più strutturati, io credo in una Lega forte, con molte competenze che sia in grado di lavorare in tutte le aree, non solo in quelle "core", ma anche in quelle più strategiche come la comunicazione, il marketing, il commerciale, gli eventi. Lavoreremo con le società per arrivare, compatibilmente con il budget ad un rafforzamento della Lega.
I numeri testimoniano che malgrado tutti i problemi il calcio rimane un grandissimo elemento di aggregazione sociale, abbiamo 100.000 spettatori di media a giornata, abbiamo oltre 7 milioni aggregati di fan social nei vari canali verticali. Abbiamo audience televisiva ottima e vale anche per la Serie A. Abbiamo un settore che accomuna gli italiani e dobbiamo gestirlo con grande progettualità cercando di rafforzarlo e creando le condizioni affinché si perpetui nel futuro".
SULLO STATO DI SALUTE DEL CALCIO ITALIANO
"Sono fiducioso, intanto il calcio è stato in grado di superare gli anni del Covid, certamente con un indebitamento maggiore e con un aumento di perdite ma è stato in grado di superarlo. Ha intercettato capitali stranieri, non era banale. Abbiamo un mercato che guarda alle squadre italiane e lo stiamo vivendo quotidianamente. La federazione, con in testa il presidente Gravina, abbraccia una serie di progettualità e attività importanti e si è dotata di strumenti di analisi e gestione come il Bilancio Integrato. La Lega di Serie A ha intrapreso una strada di investimento, penso all'IBC di Lissone, agli eventi in Arabia Saudita della Supercoppa, agli uffici commerciali aperti a livello internazionale. Si apre ad un mercato, quello mondiale, dove mantiene un appeal importante. C'è un momento politico favorevole per poter disegnare una progettualità comune assieme alla Federazione e alle leghe. Bisogna essere fiduciosi. Chiaramente bisogna intraprendere la strada della sostenibilità perché quello è il faro da seguire, ma non dobbiamo essere né pessimisti né preoccupati perché il settore è un settore che intercetta passione dei tifosi e capitale da parte degli investitori: sta a noi creare le condizioni e i presupposti perché questo possa addirittura migliorare".
SULLA FUNZIONE DELLA LEGA SERIE B
"La funzione fondamentalmente di una Lega è il suo ruolo associativo, perché aggrega le squadre che fanno parte stagione per stagione di quel campionato. Poi organizzativo, perché ha una delega federale per l'organizzazione del campionato e di altre competizioni. E ovviamente gestionale, perché c'è tutto un indotto economico che sostiene il campionato e le società che ne fanno parte. C'è un alveo normativo a cui bisogna adempiere. Ci sono aspetti di esposizione mediatica, tutta un'area di comunicazione e di marketing, da sviluppare e valorizzare. Ruolo fondamentale in uno scenario professionistico come quello di cui stiamo parlando".
IL SUO PERCORSO PROFESSIONALE
"Mi avvicino al calcio provenendo dal giornalismo. Ero un giornalista pubblicista, che poi entrò nel Vicenza calcio di allora nell'area di Comunicazione. Una grande esperienza anche professionale che collateralmente culminò con risultati straordinari per una squadra provinciale, tra cui quattro anni di Serie A, una vittoria di Coppa Italia, una semifinale di Coppa delle Coppe persa negli ultimi minuti con il Chelsea a Stamford Bridge. Poi mi spostai al Venezia, tre anni, tra serie A e B; quindi, rientro a Vicenza con un ruolo dirigenziale che mi ha permesso di conoscere la Lega. La grande soddisfazione nel 2009 di venire incaricato dalle allora società di Serie B della Lega Nazionale Professionisti di preparare lo split, la suddivisione delle due entità giuridiche, Serie A da una parte, Serie B dall'altra. Successivamente nove anni di direzione generale in Lega Serie B con l'attuale ministro Abodi, che ricopriva il ruolo di Presidente e che stimo come persona e come professionista. Poi ritorno a casa come DG nel nuovo Lanerossi Vicenza di Renzo Rosso, fino all'ultimo anno e mezzo molto gratificante, come Direttore Generale della Lega Pro a fianco del Presidente Marani".
CRESCITA DEI RICAVI E DEL FATTURATO
"Aspetto fondamentale, che però si estende anche alla Serie A e alla Serie C. Il nostro è un settore industriale, perché il calcio ormai va trattato come comparto economico. Il calcio ha vissuto negli ultimi anni un paradosso, un incremento dei ricavi e quindi un allargamento della capacità di creare e intercettare valore. Ma anche, come spesso succede al nostro settore, un incremento ancora più significativo di costi. Che ha portato a un preoccupante deficit e un ancora più grave indebitamento".
IN CHE DIREZIONE SI PUÒ ANDARE PER RITROVARE SOSTENIBILITÀ
"Facendo una premessa fondamentale, siamo un sistema aperto con promozioni e retrocessioni che deriva da una cultura sportiva europea. È un valore. Il valore del turnover può creare delle criticità in termini di stabilità, ma è un valore che permette il sogno al tifoso, la crescita di una società sportiva, l'approdo in campionati che generano più valore economico. Che va difeso. Certamente va trovato un equilibrio difficile, complesso, perché i club si trovano in una situazione di compromesso tra la competitività sportiva, che porta ad investimenti e costi nell'area tecnica con rose importanti di giocatori e tecnici, e la sostenibilità del conto economico. È un compromesso difficile da trovare.
Certamente il ruolo di una Lega, il ruolo di una governance, di dirigenti che guardano magari a un'ottica di medio termine, è quello di cercare di contemplare da un lato la competitività delle squadre e possibilmente l'aumento dei ricavi, con le politiche che si possono intraprendere nei settori che permettono questo (i diritti televisivi, la parte commerciale, lo sponsoring, il merchandising e quant'altro), e alcuni sistemi equilibrati di controllo dei costi, introdotti anni fa, tra cui il salary-cap collettivo, quindi il rapporto tra il valore della produzione e gli emolumenti complessivi; all'epoca riuscimmo anche a introdurre un salary-cap individuale, formato da una parte fissa e una variabile. E poi le liste dei giocatori Over e Under, con l'obiettivo di valorizzazione dei giovani talenti che le liste Under permettevano di avere.
Chiaro che dovremmo fare una riflessione a livello assembleare, l'ho inserito nel programma, ne abbiamo già accennato in assemblea, per contemplare queste diverse esigenze, che tra loro come dire si scontrano, non si parlano. Ma che una progettualità sana sia del singolo club sia del movimento nella sua interezza, per chi come me ha la responsabilità di rappresentarlo, deve fare".
IL SISTEMA AMERICANO PRODUCE NON SOLO INCREMENTI DI VALORE, MA ANCHE PROFITTI ANNUALI. NEL CALCIO SI FA PIU' FATICA A REALIZZARE QUESTI INTERVENTI
"Questo tema mi è molto caro. Quello del coinvolgimento degli atleti. Proveremo a farlo valere. Anche grazie al rapporto con l'Associazione Italiana calciatori che va mantenuto forte. Penso ci sia spazio per condividere il concetto di sostenibilità economico/finanziaria. Come? Responsabilizzando l'atleta in qualche maniera in quello che possiamo definire il "rischio d'impresa", legato alle promozioni e retrocessioni, che determinano un crollo dei ricavi. Mediamente tra Serie A, B, C l'incidenza degli emolumenti, degli stipendi sportivi, degli atleti, da un minimo del 75% addirittura a oltre il 100%. Vuol dire che in taluni casi erodono il 100% dei ricavi dell'azienda. È ovvio che questa situazione non è più sostenibile. Per due motivi: per le proprietà attuali che non riescono a farne fronte e perché non permette di intercettare proprietà sane future".
SE SAI CHE ENTRI IN UN MERCATO IN CUI PERDI, TI GUARDI BENE DALL'INVESTIRE
"Esatto. Ed è uno dei cavalli di battaglia che il sistema deve cavalcare. Intercettare imprenditoria importante, solida e sana. L'appeal del sistema non è in discussione: lo sport, il calcio in particolare, mantiene un appeal straordinario, lo si vede con le presenze allo stadio, con l'audience televisiva, lo si vede con il fatto che, malgrado le difficoltà, è un sistema che continua a richiamare investimenti (tanti proprietari stranieri anche in B).
Penso sia un dovere del sistema porsi anche la domanda sul futuro: l'intercettazione di proprietà italiane o straniere che possono investire e prendere il testimone per portare avanti il nostro amato sport, deve basarsi su regole chiare, ma anche su una sostenibilità e sull'equilibrio economico/finanziario, non più procrastinabile".
LE POLITICHE SUI GIOVANI. TANTI DI LORO NEL CAMPIONATO DI SERIE B CHE STANNO AVENDO SUCCESSO
"Io penso che un sistema piramidale debba creare una sorta di filiera industriale. E se parliamo di talenti, è chiaro che serie B e serie C devono avere una funzione, generare valore, tecnico, e quindi anche economico, per poi permettere alla serie A di trarne beneficio. Almeno questo dal punto di vista ideale sarebbe quello che le categorie inferiori dovrebbero fare. Ci sono molte politiche di valorizzazione dei giovani in Serie C e B. Vanno rafforzate. Va seminato il culto del settore giovanile, del vivaio, dello scouting nel senso buono del termine, specie nel territorio di riferimento. È un valore sociale e di comunità. Avere una squadra professionistica di riferimento in ogni provincia, che è in grado di essere da collettare di centinaia di società dilettantistiche che lavorano bene sul settore giovanile, diventa non importante, ma fondamentale.
Ci sono degli ostacoli, ad esempio il tema del decreto lavoro di qualche mese fa; il come queste società possono lavorare nel settore giovanile intercettando i talenti e poi tenendoli all'interno della società senza rischiare che vengano sottratti. Ora abbiamo una liberalizzazione potenziale dei giovani calciatori che sono all'interno dei settori giovanili. Uno strumento che va implementato e rafforzato è quello dell'apprendistato. I fondi che già ci sono da ridistribuire in base al minutaggio dei giovani nella prima squadra, è un meccanismo che sta funzionando e va continuamente migliorato. Va invece spinto l'investimento in strutture per il settore giovanile e quello in professionalità a livello di allenatori, preparatori atletici e tutto il personale, lo staff tecnico che supporta il settore giovanile".
"Se noi immaginiamo che le nostre società sportive siano aziende, ebbene il settore giovanile e il settore ricerca-sviluppo di qualsiasi azienda. E quindi incentivi, o meccanismi di defiscalizzazione, di quel settore, diventano importanti per convincere i nostri imprenditori a continuare a investire nel settore giovanile.
Il settore giovanile è una responsabilità che molte nostre società sentono addosso, cercano di avere una visione sociale oltre che tecnico-economica. Due aspetti: l'apprendistato come strumento, se andiamo a riempirlo di contenuti può essere uno strumento straordinario, anche per dare ai ragazzi una seconda via, oltre a quella sportiva, che è quella formativa. In più, le strutture e la professionalità degli allenatori e degli educatori. Ricordo la Riforma Zola della Lega Pro che va nella direzione giusta. Ci deve essere una filiera, ognuno si prende delle responsabilità per riattivare un meccanismo di giovani talenti italiani in Serie A che si è un po' interrotto".
SULL'UNITÀ DEL SISTEMA
"È fondamentale, l'ho scritto nel programma. Abbiamo avuto l'opportunità di trovarci con Simonelli e Marani alla presentazione dell'Album Panini, senza dimenticare ovviamente il presidente Abete. Ci sono i presupposti per un accordo di sistema, ognuno con il proprio ruolo e le proprie prerogative. Ci sono cose su cui non saremo d'accordo, ma ne abbiamo tantissime su cui possiamo lavorare insieme. Tutto all'interno dell'alveo federale che ci rappresenta con il Consiglio Federale. Penso che sia doveroso e che non sia una scelta. In questo momento storico, con temi sul tavolo come la sostenibilità, infrastrutture e la valorizzazione dei giovani talenti, ci si deve sedere costantemente al tavolo per trovare le soluzioni assieme alla federazione e al presidente federale".
SUL MODELLO ITALIANO
"Un sistema funziona indipendentemente dal fatto che abbia una o più leghe, funziona se i diversi campionati trovano una funzione, una sinergia che permetta di lavorare assieme sui temi principali che ci accomunano. Il tema della sostenibilità, dei giovani, il tema infrastrutturale, sono temi verticali. In questo momento mi concentrerei sul come lavorare in termini di filiera, prendendoci ognuno una responsabilità all'interno di un quadro progettuale comune".
QUESTIONE STADI
"Ogni società cerca assieme al comune o all'amministrazione di far fronte ai requisiti minimi che i criteri FIGC impongono, sono investimenti per essere a norma. Ma questa non è una riqualificazione globale della nostra impiantistica sportiva. Il ministro sta cercando di operare in questo senso, per costruire un progetto globale. C'è un tema importante di investimenti perché per costruire nuove strutture o riqualificare quelle esistenti bisogna investire decine di milioni con un ritorno a 20/30 anni. Convengo con il ministro che ci voglia una progettualità centrale che possa dare regole e tempistiche certe e dare un aiuto sull'accesso al credito e al reperimento degli investimenti che sia uniforme. Ci sono delle realtà che si stanno muovendo, ho un po' più di fiducia rispetto a dieci anni fa. Mi auguro che ci sia una accelerata forte su questo tema perché non è solo una questione di strutture da sostituire, ma più in generale un elemento di appealing di quegli impianti verso i tifosi, oltre che anche economico per generare nuovi ricavi. Se dobbiamo riequilibrare il conto economico, gli altri sistemi ci hanno dimostrato che gran parte dei ricavi provengono dal match day e derivano dall'organizzazione dell'evento e dall'occupazione di quell'impianto per più ore e più giorni. Una riqualificazione dell'impiantistica porta innumerevoli benefici al sistema.
Lo stadio si porta dietro da decenni il concetto di operazione speculativa, mentre spesso è una operazione di investimento dal ritorno incerto. Spesso si parte dalla parte architettonica, senza studio di fattibilità, senza studio sull'impatto ambientale, senza business plan adeguati che permettano di capire la sostenibilità dell'investimento. Ci vuole uno sforzo affinché il tema sia posto nella maniera corretta a tutta la collettività, ci vuole unione tra pubblico e privato e possibilmente una regia centrale che dia tempi e modalità certi per l'operazione".
LA CRESCITA DEI DIGITAL ASSET E SUI DIRITTI TV
"La forza di una lega è la somma delle competenze che la lega riesce a mettere dentro. Ho visto vari modelli e quasi tutti i modelli sono modelli organizzativi molto più strutturati, io credo in una Lega forte, con molte competenze che sia in grado di lavorare in tutte le aree, non solo in quelle "core", ma anche in quelle più strategiche come la comunicazione, il marketing, il commerciale, gli eventi. Lavoreremo con le società per arrivare, compatibilmente con il budget ad un rafforzamento della Lega.
I numeri testimoniano che malgrado tutti i problemi il calcio rimane un grandissimo elemento di aggregazione sociale, abbiamo 100.000 spettatori di media a giornata, abbiamo oltre 7 milioni aggregati di fan social nei vari canali verticali. Abbiamo audience televisiva ottima e vale anche per la Serie A. Abbiamo un settore che accomuna gli italiani e dobbiamo gestirlo con grande progettualità cercando di rafforzarlo e creando le condizioni affinché si perpetui nel futuro".
SULLO STATO DI SALUTE DEL CALCIO ITALIANO
"Sono fiducioso, intanto il calcio è stato in grado di superare gli anni del Covid, certamente con un indebitamento maggiore e con un aumento di perdite ma è stato in grado di superarlo. Ha intercettato capitali stranieri, non era banale. Abbiamo un mercato che guarda alle squadre italiane e lo stiamo vivendo quotidianamente. La federazione, con in testa il presidente Gravina, abbraccia una serie di progettualità e attività importanti e si è dotata di strumenti di analisi e gestione come il Bilancio Integrato. La Lega di Serie A ha intrapreso una strada di investimento, penso all'IBC di Lissone, agli eventi in Arabia Saudita della Supercoppa, agli uffici commerciali aperti a livello internazionale. Si apre ad un mercato, quello mondiale, dove mantiene un appeal importante. C'è un momento politico favorevole per poter disegnare una progettualità comune assieme alla Federazione e alle leghe. Bisogna essere fiduciosi. Chiaramente bisogna intraprendere la strada della sostenibilità perché quello è il faro da seguire, ma non dobbiamo essere né pessimisti né preoccupati perché il settore è un settore che intercetta passione dei tifosi e capitale da parte degli investitori: sta a noi creare le condizioni e i presupposti perché questo possa addirittura migliorare".
Altre notizie
Ultime dai canali
Palermo: i convocati contro il Pisa
Cosenza: domani la rifinitura
Sassuolo: prosegue la preparazione dei neroverdi
Di Marzio: "Palermo, tre in uscita. Bari, fatta per Gaston Pereiro. Il Cosenza rilancia per Garritano"
Carrarese, Illanes:“Sappiamo di dover alzare il livello e ci stiamo lavorando”
Spezia, D’Angelo: “Ora dobbiamo spingere, continuando a non guardare la classifica”
Cremonese: grigiorossi al lavoro questa mattina
ESCLUSIVA TB - Schira: "Frosinone, preso un baby attaccante dalla D"
Primo piano