
Caracciolo rivela: "Nel 2006 mi voleva la Roma: feci di tutto per andare, sbagliai a restare"
Nel corso di una lunga intervista concessa oggi a La Gazzetta dello Sport, l'ex attaccante Andrea Caracciolo ha raccontato anche un retroscena di mercato sul suo mancato trasferimento alla Roma nel 2006. Queste le sue specifiche dichiarazioni: "Lontano dal Rigamonti ho sempre faticato. Penso a Palermo, dove arrivai nel 2005 per sostituire Toni. All'inizio giocavo bene, ma colpii solo pali e traverse e fui criticato. Nel 2006, invece, mi voleva la Roma. Feci di tutto per andare via, ma Guidolin mi convinse a restare. Fu una scelta sbagliata. Non ho avuto la forza di reagire a qualche nuvola scura".
Su quale sia il rimpianto più grande della sua carriera, Caracciolo non ha dubbi: "Tutte le volte in cui sono andato via da Brescia. Sono fiero di essere stato un capitano e una bandiera. Sognavo un addio come quello di Totti a Roma, quando lo vidi piansi a dirotto, ma Cellino non me l'ha permesso. Un giorno tornerò a Brescia. Non so in quale veste, ma tornerò".
Infine, una battuta sulla sua nuova vita da presidente del Lumezzane: "Quando passi dall’altra parte, ti rendi conto di quanto fosse bello fare il calciatore. Oggi rappresento una comunità, un club, i tifosi. A Lumezzane ho trovato una vera famiglia".
Su quale sia il rimpianto più grande della sua carriera, Caracciolo non ha dubbi: "Tutte le volte in cui sono andato via da Brescia. Sono fiero di essere stato un capitano e una bandiera. Sognavo un addio come quello di Totti a Roma, quando lo vidi piansi a dirotto, ma Cellino non me l'ha permesso. Un giorno tornerò a Brescia. Non so in quale veste, ma tornerò".
Infine, una battuta sulla sua nuova vita da presidente del Lumezzane: "Quando passi dall’altra parte, ti rendi conto di quanto fosse bello fare il calciatore. Oggi rappresento una comunità, un club, i tifosi. A Lumezzane ho trovato una vera famiglia".
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