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Bassano, presentato Osvaldo Jaconi

Bassano, presentato Osvaldo Jaconi
domenica 6 giugno 2010, 12:57Calcio in pillole
di Francesco Rossi
fonte ilgiornale di vicenza

Presentato il nuovo allenatore del Bassano. Non sono previsti grandi cambiamenti nella rosa

«Non abbiamo un programma pluriennale, i risultati vanno ottenuti in fretta». Piace Mateos

Le sensazioni di primo acchito sono buonissime. Perché Osvaldo Jaconi conquista, strega e incanta subito. Istrionico, affabulatore, catalizzatore di sguardi ed attenzioni, Osvaldone non racconta fumo, c'è una carriera costellata di successi a sostanziare il suo palmarès, eppure è rasserenante, persuasivo, convincente. Ti cattura con la saggezza popolare, ti appare come il salumiere o il fornaio giù all'angolo, mica come l'allenatore più vincente della serie C ma ogni suo concetto è intriso di buon senso. «Sono venuto perché me lo ha chiesto Stefano (Braghin, ndr) con cui ho lavorato con successo ad Ivrea e con cui conservo un rapporto speciale – argomenta Jaconi – quindi perché questa sfida mi intriga un bel po', è di quelle che piacciono a me e mi ha acceso dentro una scintilla particolare e infine perché, credetemi, qua ho incontrato una proprietà unica. Non è una questione solo di spessore e forza economica, ma anche di valori e umanità. Ho conosciuto Stefano Rosso e Roberto Masiero e con loro mi accomuna la visione della vita, non soltanto del calcio. Ho girato l'Italia in lungo e in largo ma questo tipo di club, con questa filosofia ancora mi mancava. Poi so perfettamente che non c'è molto tempo, non abbiamo un programma pluriennale davanti. Perciò i risultati vanno ottenuti in fretta».

E la squadra? «Dei giocatori - riprende - parleremo più avanti, il mio preparatore li segue fisicamente, io alleno le teste, perché sono gli uomini che vincono e soltanto dopo i calciatori. Prendere Jaconi non significa partire con la vittoria in tasca, macchè. Vuol dire lavorare seriamente sempre, poi il pallone esce di un pelo e perdi, il football è anche questo». Miniera di aneddoti, ai tempi del Castel di Sangro dei miracoli aveva utilizzato la metafora celeberrima del calabrone («Per conformazione non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso»). Non è un maniaco dei numeri o dei moduli, ma le sue formazioni hanno sempre un'identità. «Questo organico non è da rivoluzionare, bastano pochi ritocchi mirati, uomini veri però». Uno di questi potrebbe essere proprio Marcelino Mateos dall'Alessandria, un piacevole ritorno dinanzi al quale Osvald-one, già numero uno per indice di gradimento su piazza, non smentisce e anzi accompagna con un sorriso. Lo seguiranno in giallorosso il vice Angelo Cetera e lo storico preparatore atletico Rinaldo Longhi, con lui da oltre vent'anni. «Preferisco finire nel girone A, le trasferte sono più brevi, non è un fattore tecnico». In precedenza il vicepresidente Masiero era stato chiarissimo. «Non abbiamo tanti anni davanti per fare il salto che cerchiamo. Aspettiamo un sostegno dalle forze produttive locali e, all'esterno, tanto per non equivocare, dalla Lega Pro».