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Tesser:" Forza Verona puoi ancora farcela"

Tesser:" Forza Verona puoi ancora farcela"TuttoB.com
© foto di Federico De Luca
mercoledì 9 giugno 2010, 18:57Calcio in pillole
di Francesco Rossi
fonte larena

È a Minorca, tranquillo e beato. Tanto lui in serie B c'è già. Attilio Tesser ha dominato il girone A di Prima divisione col Novara, vinto la Supercoppa, giocato un gran calcio. Giorni fa è stato ospite dell'Associazione allenatori di Verona, poi è partito per le vacanze senza però perdere di vista quel campionato che tanto bene ha imparato a conoscere.

Domenica sera una fra Hellas e Pescara diventerà sua avversaria e lui prova a giocare in anticipo la partita dell'Adriatico fra tattica, dettagli e giocatori-chiave.

«Tutte e due partono quasi alla pari, si giocherà sul filo dell'equilibrio più completo», dice. «L'hanno detto la partita del Bentegodi e l'intero campionato».

Con il pareggio in B ci va il Pescara. Quanto pesa questo vantaggio?

«Il Pescara ha il 51% di probabilità di andare in B, il Verona il 49%. Non sempre questa condizione è un punto a tuo favore. La gara è lunga, ci sono 90' e più di calcio e forse due supplementari. Nel Pescara potrebbe insinuarsi l'idea di voler gestire il risultato: sarebbe pericoloso. Amministrare non è semplice e rischi di farlo con una casualità che può diventare controproducente. Chiaro però che se potessi scegliere il vantaggio vorrei avercelo».

Che partita si aspetta?

«Verona e Pescara giocano con lo stesso modulo, il campo sarà una scacchiera in cui le due squadre rischiano di annullarsi. Succede soprattutto col 4-4-2. I moduli però sono solo numeri. Importanti sono i calciatori e i cambiamenti tattici in gara. L'elasticità avrà il suo peso. E domenica Vavassori ha dimostrato di averne un bel po'. Cose normali, non da scienziati, che testimoniano però come le carte a disposizione del Verona siano molte. Anche noi pensavamo di partire col 4-4-2 ma poi abbiamo scelto il centrocampo a tre fra 4-3-2-1 e 4-3-1-2 cambiando anche ruolo ad alcuni giocatori. Rigoni da trequartista si è trasformato in un interno di centrocampo, Motta da attaccante è diventato mezzapunta. Ma devi provare e riprovare prima di trovare l'assetto. E serve tempo».

Vavassori non ne ha avuto molto...

«Di Francesco ha potuto lavorare di più ma Vavassori ha più esperienza. E in questi casi conta soprattutto l'aspetto psicologico, il saper allenare le risorse nervose negli ultimi giorni e nelle ultime ore. Vavassori dalla sua ha più mestiere, darà quella fiducia che magari compenserà ad una conoscenza dell'organico che non può essere totale».

Chi sarà l'uomo decisivo del Verona?

«Punterei su un giocatore agile, prima dell'andata avevo pronosticato Ciotola o Berrettoni e la mia idea non è cambiata. Non scordiamoci però di Selva, è l'attaccante adatto a questo tipo di gare».

Peserà maggiormente l'assenza di Pugliese o quella di Tognozzi?

«Un centrale di metà campo ha sempre uno spessore diverso rispetto ad un uomo di fascia, seppur arrembante e di valore come Pugliese. Tutte e due hanno però un organico talmente profondo da poterli sostituire con relativa disinvoltura».

Tesser, perché il Novara ha stravinto il campionato?

«Perché ha avuto continuità. Non mi piace dire che i risultati sono frutto di tanto e buon lavoro. Tutti gli allenatori lavorano molto e bene. Il segreto? L'approccio, a patto che tu abbia la fortuna e il merito di trovare un gruppo motivato che crede ciecamente nel progetto. Il Novara si è allenato sempre con la massima intensità, ad agosto come a fine maggio. Tutti mi hanno seguito. Compreso Rubino, che è l'idolo della gente e in sei anni a Novara non aveva mai fatto panchina. Gli ho parlato ad inizio stagione, dicendogli che probabilmente non avrebbe giocato sempre. "Se ti va bene ok, altrimenti quella è la porta", gli avrei risposto se non avesse capito. Devi trattare ogni giocatore allo stesso modo, dal primo all'ultimo. Solo così ti guadagni il rispetto di tutti».

Il Cesena intanto l'anno scorso era in C e adesso è in A...

«Fra B o C non c'è molta differenza, il cambiamento vero è la Serie A. Il Cesena rispetto all'anno scorso ha fatto qualche investimento, ma alla fine hanno giocato gli stessi che avevano vinto la Prima Divisione e con identiche caratteristiche di gioco: squadra aggressiva, dinamica, forte fisicamente, pronta alla corsa. Questa è la ricetta. Non è un caso che il Padova, che ha cambiato molto e preso giocatori di nome, abbia così tanto deluso. Il Cesena non aveva più qualità, ha avuto solo più fame. Quella che dovrà avere domenica il Verona».

E allora?

«Per vincere la partita basta una sfumatura, un calcio piazzato, una deviazione. E il tempo c'è tutto».