Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B baribresciacarraresecatanzarocesenacittadellacosenzacremonesefrosinonejuve stabiamantovamodenapalermopisareggianasalernitanasampdoriasassuolospeziasudtirol

ESCLUSIVA TB - Spal, il DS Vagnati si racconta "La 'mia' Ferrara ora grande, i sogni ancora da realizzare e la Serie A"

ESCLUSIVA TB - Spal, il DS Vagnati si racconta "La 'mia' Ferrara ora grande, i sogni ancora da realizzare e la Serie A"
domenica 21 maggio 2017, 09:00ESCLUSIVE TB
di Nicole Gomena

Secondo Platone, il Demiurgo era colui che aveva il compito di plasmare la materia, dando cosí un'ordine in quello che era il suo Mondo delle Idee inizialmente imperfetto. Ma senza stare a scomodare filosofi, secoli e libri, e tenendo i piedi per terra o meglio, sul campo, anche la Spal deve i suoi successi a una figura che ha scelto guida e innesti giusti riportando a quella Ferrara in piena protesta all'arrivo di Semplici, ordine, credibilitá e vittorie. Tante da rendere possibile il ritorno alla massima serie tanto sognata per ben 49 anni. Ora che l'attesa é finita, anche il DS Davide Vagnati si gode i frutti del lavoro che hanno portato il titolo di miglior squadra in B e di miglior Direttore Sportivo della categoria, non male se si tiene conto della giovane etá, 39 anni appena compiuti. Da lui ci siamo fatti raccontare in esclusiva il processo di costruzione del progetto estense dallo scouting alle operazioni di mercato, passando per i meritati festeggiamenti senza dimenticare di buttare un occhio al futuro piú prossimo: tutte situazioni che poco si avvicinano al filosofico mondo delle idee perché a Ferrara si parla concreto e a distanza di una settimana si comincia a realizzare che tutto ció che é successo é vero.

Cosa si fa durante il primo weekend “libero” dopo aver vinto due campionati di fila?

“Andró giá a vedere due partite. Non possiamo fermarci un momento se non vogliamo farci rubare la merenda. Intanto comincio a realizzare quello che è successo: nella storia nessuno era mai riuscito a vincere due campionati consecutivi”.

Quando hai capito che potevi veramente tagliare un traguardo tanto importante?

“Ho cominciato a crederci dopo il mercato di gennaio nel momento in cui ho realizzato di essere riuscito a mettere a punto gli ultimi ritocchi di una squadra che ci aveva giá dato tanto. È stata peró la partita col Latina ad avermi dato la concreta sensazione di poter arrivare tra le prime due”.

Tra i due posti a disposizione avete ottenuto il primo, ufficialmente a Terni con un gol allo scadere… a Benevento. La spinta finale l’ha data Ceravolo.

“Al fischio finale non ho avuto la forza di alzarmi e quando l’ho fatto mi si è annebbiata la vista. Ho rischiato l’infarto! È stato un insieme di emozioni bellissime, anche di liberazione perché come all’inizio non avevamo la pressione delle grandi, verso la fine abbiamo cominciato ad avvertirla e in campo si è notato sia mentalmente che fisicamente”.

Sensazioni condivise che si sono riversate nel settore ospiti del Liberati e per tutte le strade di Ferrara.

“Non dimenticherò mai la gente che ha festeggiato con noi, chi apriva le finestre al passare del pullman scoperto, chi cantava mezzo nudo, chi sventolava le bandiere anche da dentro casa. In strada c’erano sia i ragazzini che i piú anziani, questi ultimi in lacrime perché la Serie A l’avevano vissuta ma dopo il ’68 non l’avevano piú riconquistata. Adesso poi quando vado a fare colazione c’è sempre qualcuno che offre e tra questo e le cene ammetto di aver fatto bene a lasciar perdere la dieta giá da un pó! Insomma è bello vedere quanto la gente riconosca e apprezzi il duro lavoro svolto”.

Non poteva mancare la scommessa fatta poco meno di un anno fa alla quale naturalmente non ti sei sottratto…

“Avevo scommesso con Enrico Testa che avrei fumato una sigaretta, cosa che non avevo mai sperimentato in vita mia, e cosí ho fatto al primo autogrill in cui ci siamo fermati nel viaggio di ritorno da Terni. Non sapevo nemmeno di che marca fosse, una cosa imbarazzante, ma era giusto mantenere i patti!”.

È servita anche la scaramanzia? Al Mazza guai a cambiare la tua solita postazione.

“Sicuramente non la cambierò nemmeno il prossimo anno! Comunque il mio gabbiotto va oltre la scaramanzia, lí sono piú libero di vivermi la partita e le sue emozioni, in trasferta invece sono sempre fermo a fianco al Presidente che è giá agitato di per sé, cosí tocca a me trasmettere equilibrio”.

I festeggiamenti peró non si sono fermati a domenica sera, in settimana infatti sei stato premiato come miglior DS. Come ci si siede al ristorante da 100 euro riuscendo a pagarne solo 10 ma mangiando l’intero menú?

“Non era detto che avrei dovuto per forza pagare 100 euro anche se competere con societá che se lo possono permettere è forse il dato che mi inorgoglisce maggiormente, abbiamo dimostrato di avere la forza di trovarci sopra a realtà che dispongono di risorse ben piú importanti. La mia grande fortuna nonché soddisfazione è la fiducia che la societá ripone nelle mie idee: mi è permesso di lavorare autonomamente e so di avere una grande responsabilità, ma chi non ne vuole non puó fare il direttore sportivo. Detto questo dobbiamo tenere a mente il budget, quindi cerchiamo di ottimizzare le risorse per ogni reparto e ruolo, facendo leva su voglia, fame e senso di appartenenza al fine di creare un gruppo, cosa che il Mister e lo staff hanno saputo fare a meraviglia. Dando l’occasione a ognuno di mettersi in mostra, sempre cercando di tirarne fuori il meglio, è stato possibile consolidare il senso di appartenenza dei ragazzi, tutti poi volevano contribuire fortemente alla causa”.

Hai avuto il coraggio di puntare su giocatori a cui non in molti si erano interessati creando una squadra 100% italiana che presenta un mix efficacissimo di innesti di esperienza e giovani promesse ormai conferme. Su cosa si è basato il tuo lavoro di scouting?

“Un fattore C clamoroso! (scherza, ndr) Certe dinamiche, certe sensazioni che uno ha non si possono spiegare, si tratta di punti di vista, atteggiamenti. Sicuramente nella scelta mi faccio mille scrupoli e domande, è importante scegliere anche sulla base di mentalità e carattere del giocatore, su questo non transigo come quando mi viene proposto di convincere qualcuno a trasferirsi a Ferrara: chi viene a far parte di questa società deve essere convinto e fiero di arrivare in una cittá fantastica e in una squadra di valore che ha entusiasmo, un progetto e uno stadio all’altezza, un nuovo centro sportivo e anche in questo senso continueremo a lavorare”.

Mi ricollego allora all’affare Lodi, trattativa non andata in porto durante le ultime ore di mercato invernale.

"In generale piú che in quel caso, deve esserci innanzitutto la convinzione totale da parte del giocatore. Come dicevo, per noi il senso di appartenenza è fondamentale”.

Quindi per gli acquisti del mercato estivo si punta a prestiti e giovani di valore? Si è giá fatto qualche nome importante…

“È normale che girino voci piú o meno fondate, non tutte le notizie peró sono attendibili, come ad esempio quella del nostro interesse su Cassano a cui non abbiamo assolutamente pensato. Adesso vogliamo finire gli ultimi 3-4 giorni coi ragazzi per poi fare il punto sulla questione budget. Io intanto ho giá le idee ben chiare…”.

Qual è stata l’operazione di mercato decisiva durante quest’ultima stagione? L’anno scorso avevi parlato di Semplici.

“Questa volta direi ancora la conferma dello staff tecnico che conosce le dinamiche della squadra alla perfezione. Troviamo sempre un punto di incontro e rispettare gli accordi presi insieme ha portato poi ad annunciare il rinnovo del Mister proprio durante i festeggiamenti. Ci sembrava giusto concludere e andare avanti su questa linea”.

Tecnico che accompagnerà la squadra nel cammino in Serie A. A proposito, come si affronta?

“Vietato andarci da turisti. Niente foto a spogliatoi, stadi, avversari. Scordiamoci di aver giá raggiunto il nostro obiettivo, il rispetto arriverà prima di tutto ma dovremo essere consapevoli che la nostra salvezza passerà attraverso partite difficili contro le grandi, verso cui non dovremo avere nessun timore reverenziale. Ci saranno sconfitte sí, ma noi dovremo dare il massimo, dobbiamo imparare dagli errori commessi a inizio stagione contro il Verona, lí non eravamo noi”.

Mettendo pur sempre da parte il mood da turisti, non c’è uno stadio in cui non vedi l’ora di veder giocare la squadra?

“In generale non vedo l’ora di cominciare, peró tifo Samp da sempre e ho avuto la possibilità di vestirne i colori durante gli anni delle giovanili affacciandomi alla prima squadra, quindi giocare a Marassi ‘blucerchiato’ sará un’emozione particolare”.

E se in caso di salvezza come scommessa ti chiedessero di indossare la maglia del Genoa?

“Non lo farei mai! A parte gli scherzi, dovró pensarci bene perché in quel caso si tratterebbe di una cosa davvero in grande!”.