Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B baribresciacarraresecatanzarocesenacittadellacosenzacremonesefrosinonejuve stabiamantovamodenapalermopisareggianasalernitanasampdoriasassuolospeziasudtirol
tb / juvestabia / Editoriale
La Juventus puzza dalla testa, se tutti i calciatori sono da fischiare in un attimo non può essere solo colpa loro. Quanto ha preso Gazidis dalla cessione del Milan e come fa Zhang a tenersi l'Inter quando perde 140 milioni all'anno?TuttoB.com
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 29 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Andrea Losapio
per Tuttomercatoweb.com

La Juventus puzza dalla testa, se tutti i calciatori sono da fischiare in un attimo non può essere solo colpa loro. Quanto ha preso Gazidis dalla cessione del Milan e come fa Zhang a tenersi l'Inter quando perde 140 milioni all'anno?

La settimana di disgrazia della Juventus continua, sembra quasi sia diventato un mese. Forse perché lo è, l'ottobre poco bianco e molto nero di Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Federico Cherubini, John Elkann e compagnia. Il caso plusvalenze si dissolverà, come sempre, in una bolla di sapone? La cosmesi contabile che va avanti da anni in Serie A può colpire solo la Juventus perché è quotata in borsa? Ci possono essere dei punti di penalizzazione? Sono tutte domande fattibili e che hanno una risposta variabile dall'interlocutore che si ha davanti. Finanziariamente è evidente che non sia stata solo la Juve a fare un po' quel che gli pareva, nel corso degli anni. Questo non la assolve e infatti dovrebbe essere solo l'inizio per picconare un sistema che ha delle falle evidenti. La realtà è che, come in tutte le aziende del mondo, se qualcuno vuole buttare soldi per mantenere in vita un giocattolo, può farlo. Non è ammissibile che per una società di calcio non sia così, solo in nome di un fair play finanziario che permette comunque alle big di essere in rosso fuoco, dando poi un buffetto sulle mani e un "club cattivo, non farlo più".

Fin qui la questione fair play finanziario. Sarebbe bello capire se la carta Ronaldo - che fa rischiare 60 milioni di euro di multa alla Juventus - è una situazione singola oppure una prassi utilizzata anche da altri. Perché sarebbe sorprendente che club multimilionari che perdono tantissimo all'anno (e pagano profumatamente dirigenti) siano lindi da questo punto di vista, anche solo per la mole di soldi che circola in determinati ambienti. La Juve è tranquilla e crede di potere collaborare con la magistratura, ma la realtà - al netto di tutto - è che non sarebbe viva senza i soldi di Exor, come il Milan non lo sarebbe senza le ricapitalizzazioni di Elliott, la Roma tolti i Friedkin. La decrescita felice dovrebbe essere un valore. Se la Serie A dev'essere la Bundesliga e non la Premier, è inutile continuare a inseguire chimere di grandezza. Non abbiamo nemmeno gli stadi, della Bundes, fra poco rischiamo di non averne nemmeno i diritti televisivi. A nessuno piace la Serie A, con stadi pessimi: San Siro è sempre pieno e vogliono abbassarne la capienza (non ha nessun senso), l'Olimpico fa il tutto esaurito con la Roma ma ci sono spicchi vuoti (non sono agibili), la stessa Juventus non riempie uno stadio da 40 mila spettatori.

Per giustificare l'annullamento della Superlega c'era chi diceva che il calcio è della gente. Invece i tre club firmatari della Superlega preferiscono posti a sedere Corporate, per le aziende, invece che per le persone. Agnelli non capisce che sta togliendo al tifoso medio juventino la voglia di andare allo stadio, fra caro biglietti e il tutto esaurito dello Stadium alle partite importanti: se non riesco mai a vedere Juventus-Inter, perché devo andare a Juventus-Sassuolo se sono abituato dal divano? Poi c'è la questione tecnica, perché Massimiliano Allegri avrà sicuramente delle responsabilità in un fallimento ampiamente annunciato - Canovi a TMW Radio, qualche settimana fa, diceva che la Juve era alla stregua dello Spezia e che le squadre non sono una collezione di figurine: un'iperbole, ma ha avuto ragione lui - ma com'è possibile che ogni anno ci siano sempre gli stessi problemi? Dal Covid in poi è stato uno stillicidio: Sarri non andava d'accordo con Cristiano Ronaldo, e va bene. Pirlo è stato preso come allenatore dell'Under23 e poi spedito in prima squadra senza avere fatto un minuto da tecnico, e va bene. Allegri viene richiamato e dice di no al Real Madrid (sic!) per allenare una squadra a cui viene tolto Cristiano Ronaldo facendolo passare come il problema dei problemi, e va bene. Marotta salutato, Paratici silurato, Arrivabene va contro l'allenatore quando parla con i tifosi.

La realtà è che la Juventus puzza dalla testa. Andrea Agnelli ha vinto nove Scudetti consecutivi ed è stato un grande Presidente, almeno finché non ha incominciato a puntare verso manie di grandezza che una piazza come Torino non gli può regalare. Vincere è l'unica cosa che conta, ma le grandi in Italia sono fondamentalmente tre: non siamo la Bundesliga con il Bayern Monaco, perché Inter e Milan possono vivere momenti di appannamento ma tornano, in qualche modo, anche solo per il bacino d'utenza che hanno. La Juventus deve ringraziare la famiglia Agnelli, nelle sue diramazioni, ma in questo momento servirebbe un vero repulisti, non mutuare dirigenti da altre aziende come la Ferrari per metterli di fronte ai tifosi, dimostrandosi inadeguato quando c'è una domanda sul tuo allenatore. Com'è possibile che ogni giocatore, da Rabiot in giù, venga definito scarso, finisca per essere fischiato?

Allegri ha delle responsabilità su Kulusevski, ma la realtà è che l'unico giocatore che ha valorizzato davvero è stato Paul Pogba, che già con Conte era diventato un top assoluto. Da Dybala in giù, quasi tutti sono stati ceduti per disperazione - anche Higuain - oppure con scambi alla Pjanic-Arthur, con valutazioni che riviste oggi sembrano francamente incredibili. Stiamo quindi parlando di un tecnico che non ha cambiato marcia ai propri giocatori, non li ha mai migliorati. Ha vinto, ma è sempre stato lo stesso negli anni. Agnelli lo sapeva bene e lo ha scelto comunque, ora rivorrebbe Antonio Conte pur sapendo che un anno lo farà bene, il secondo anche, al terzo incomincerà a chiedere Haaland e Vinicius Jr, per poi capire che non sarà aria. La realtà è che la decrescita felice di Milan e Napoli dev'essere il nuovo paradigma per la Juventus. Essere competitivi, vincere, puntare sempre al primo posto. Però sapendo che non si vince per censo o perché ti chiami Juve e che, alle volte, si può anche perdere.

In attesa di capire cosa faranno Cardinale e RedBird, a parte raddoppiare gli incassi da Emirates e promuovere uno stadio di dimensioni inferiori all'attuale da dividere con l'Inter (tutto giusto, probabilmente non ha senso avere due stadi a Milano, in una città da oltre un milione di abitanti e un hinterland enorme - ovviamente è sarcasmo, chiedere a Liverpool o Manchester che non sono nemmeno la metà), Scaroni ha più o meno salutato Ivan Gazidis che, negli ultimi tempi, aveva avuto accostamenti prestigiosi e il cui contratto scade a novembre. Notizia non richiesta: per certo il dirigente aveva una percentuale sull'eventuale cessione del Milan e pare che abbia percepito una cifra nella regione dei 20 milioni. Beato lui. Però è anche vero che è grazie al suo intervento se i rossoneri sono tornati in auge.

Infine, nella settimana poco bianca e molto nera della Juventus, c'è anche quella molto azzurra dell'Inter. Passaggio del turno in Champions League e Steven Zhang che esclude una possibile cessione della società nonostante i rumors. Qualcuno riesce a capire come, senza ripianare, possa rimanere al comando dell'Inter? A inizio gennaio 2022 è stato rifinanziato il debito con un bond da 415 milioni con scadenza 2027e un tasso al 6,75%. Significa che ogni anno, solo di interessi, maturano circa 30 milioni. E poi devi pagarlo, il debito, in qualche modo, oltre agli interessi. Tra Suning e altre situazioni che stanno maturando, sembra francamente impossibile che gli Zhang possano tenersi l'Inter. Dall'altro lato le vie del Signore sono infinite, ma nell'era in cui l'Inter perde oltre 100 milioni all'anno - quando va bene - c'è solo da aspettare e vedere.

Ieri è stato presentato il bilancio. Record di fatturato a 439,6 milioni - con le cessioni di Hakimi e Lukaku - e 140 milioni di perdite. Com'è possibile avere i toni trionfalistici di Zhang, Marotta o Antonello? Quale azienda rimarrebbe in piedi facendo così? La risposta è: nessuna. Nel calcio invece sono tutti nella stessa situazione: perdite record che qualcuno pagherà. Chi, non è dato sapere.