Portogruaro, una colonia di ex atalantini
Da un esterno a un puntero che a Bergamo era forse più noto come provetto ballerino di salsa che non per le sue rarefatte imprese in campo, passando per due rocciosi mastini e il genio cartavelina di un fantasista dal nome un po' così. Espinal, Pià, Madaschi, Cardin e Scozzarella: nel Portogruaro atteso al rendez-vous con l'Atalanta sabato pomeriggio, trovano spazio ben cinque ex di turno che torneranno a far visita alla propria patria calcistica adottiva. Vinicio Espinal, gemello d'arte dominicano (14 dicembre 1982) con sette vidimazioni di badge all'attivo nella spensierata e talentuosa Dea formato baby di Giovanni Vavassori dal 2000 al 2003, dopo una lunga militanza nelle categorie inferiori con Pistoiese, Taranto, Palazzolo, Monza e Crotone pare avere trovato la sua dimensione nell'entroterra veneziano non distante dal confine con il Friuli.
Ma l'esterno spesso impiegato in copertura non è certo l'unico elemento nella rosa dei granata a potersi fregiare del titolo di amico-nemico. C'è anche l'indimenticato attaccante do Brasil Inacio Pià, 23 presenze e 1 rete tra 2001 e 2003 più dieci gettoni nel 2005 della retrocessione (Mandorlini e poi Rossi in panchina): un campione più sulle piste da ballo che sotto porta, anche se ha lambito piazze come Ascoli, Napoli, Treviso, Catania e Torino. Oltre ai due quasi ventinovenni dal doppio passaporto, c'è anche un terzetto di giovanotti mai arrivati all'appuntamento con la prima squadra. L'italo-australiano Adrian Anthony Madaschi, nato a Perth l'11 luglio 1982, non andò mai a referto nella stagione del settimo posto (2001-2002); Denny Cardin, trevigiano di Monastier (dove ha visto la luce il 3 agosto 1988), e Matteo Scozzarella, triestino che compirà 23 anni il 5 giugno prossimo, sono attualmente in comproprietà tra le due compagini che si affronteranno al "Comunale".
Una sorta di testacoda, con un quintetto d'archi pronto a suonarle alla società d'origine. Ah, dimenticavamo l'uomo in panchina: Andrea Agostinelli da Ancona, laziale nel sangue con una punta di Atalanta, visto che ne rivestì i colori dall'inferno della C1 fino alla reconquista del paradiso del pallone ('81-'85). Ci sono tutti gli ingredienti per un menù particolarmente piccante. Sperando che a scottarsi le papille gustative non siano quelli con la maglia nerazzurra...