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Lazaar: "Il mio Palermo meglio del Benevento. Potevo andare alla Juve con Dybala. Salvo il Cosenza"

Lazaar: "Il mio Palermo meglio del Benevento. Potevo andare alla Juve con Dybala. Salvo il Cosenza"  TuttoB.com
© foto di Andrea Rosito
lunedì 23 marzo 2020, 09:00Primo piano
di Christian Pravatà

Il terzino sinistro del Cosenza Archaaf Lazaar si è raccontato in una lunga intervista sul profilo Instagram del noto giornalista Nicolò Schira. Ecco alcune delle dichiarazioni più interessanti.

CORONAVIRUS - “Sono a Cosenza e sto in casa, come devo fare tutti in questo momento. Mi raccomando state in casa perché la salute è troppo preziosa! Passo le giornate in casa, mi sto allenando per restare in forma grazie ai consigli dei miei personal trainer”.

COSENZA - “Amo l’Italia, è la mia patria calcistica. Volevo tornare in Italia in estate e pur di farlo sono sceso di categoria. Come mai Cossnza? Ho trovato un progetto serio e un direttore molto preparato come Trinchera, che è stato bravo a convincermi. Peccato per la posizione della mia squadra in classifica, ma sono convinto che ci rialzeremo e salveremo. Dialetto calabrese? Quando parlano in cosentino stretto faccio fatica, ma ho giocato 4 anni a Palermo perciò un po’ lo capisco. Io parlo più il milanese...”. 

VARESE - “Sono rimasto legatissimo a quella piazza, ci sono cresciuto. Ho fatto le scuole a Varese e la mia famiglia vive ancora lì. Sottili mi ha insegnato molto così come Benny Carbone, che è stato il primo a lanciarmi in prima squadra: mi riempiva di consigli, gli devo tanto. Sono un figlio di Varese, abbiamo vissuto anni splendidi in B. Fa male sapere che una città e un club del genere non sono più nel calcio”.

PALERMO - “Sono stati anni meravigliosi. Arrivo in Sicilia nel gennaio 2013 e Iachini dopo una settimana mi lancia subito titolare. Abbiamo fatto una cavalcata fantastica, battendo anche il record della Juve. Eravamo uno squadrone straordinario: c’era Sorrentino in porta, Morganella e Andelkovic dietro, un talento puro come El Mudo Vazquez, gente del calibro di Dybala-Belotti-Lafferty davanti. Quella B era di un altro livello rispetto a oggi. Onestamente con tutto il rispetto del Benevento di quest’anno non c’è paragone con il nostro Palermo. In quegli anni in B c’era gente come Dybala, Verratti, Insigne, Immobile. Un altro mondo: adesso bastano 6 mesi fatti bene e sali di categoria. Vi dico solo che l’anno dopo con la stessa squadra della B siamo arrivati a un passo dalla qualificazione in Europa League. Che rimpianto non essere arrivati in coppa col Palermo! Lo seguo sempre anche adesso: è una piazza che merita tanto e spero possa tornare al più presto in Serie A. Sono stati anni bellissimi in rosanero”.

IACHINI - “Giocavano a memoria con lui, è un allenatore bravissimo a gestire lo spogliatoio e valorizzare ogni singolo giocatore. C’era un clima splendido, quando Zamparini l’ha esonerato dopo un anno e mezzo splendido qualcosa si è rotto nell’ambiente e abbiamo iniziato a fare fatica. Eravamo molto legati a Iachini e da lì è stata una rivoluzione unica: quell’anno credo che abbiamo cambiato 9 allenatori e ci siamo salvati all’ultima giornata”. 

DYBALA - “Avevamo un grande rapporto. Dialogavano molto in campo e fuori. Anche le nostre mamme sono amiche. Andavamo a duemila all’ora in campo e Paulino palla al piede faceva cose straordinarie. Non mi sorprende che sia uno dei migliori al mondo: già a Palermo si vedeva che era destinato a diventare un numero uno”.

BELOTTI - “Lui e Dybala erano tanta roba davanti. Spesso Andrea entrava dalla panchina, ma segnava sempre. Faceva la differenza. Futuro al Napoli? Il Gallo lo vedrei bene in una big, fossi nel Napoli ci punterei”.

NEWCASTLE - “Quell’estate (2016, ndr) c’era la Fiorentina che mi voleva, ma il mio sogno da bambino era quello di giocare in Inghilterra. C’era mister Benítez che veniva dal Real Madrid. Mi voleva fortemente e il suo pressing mi ha convinto. C’erano grandi ambizioni: si parlava di costruire una squadra per vincere la Premier nel giro di qualche anno. Peccato che poi mi abbia fatto giocare pochissimo. Col senno del poi purtroppo Newcastle non è stata la scelta giusta...”.

NAZIONALE - “Il mio sogno è tornarci. Voglio riconquistarla. Ho un ottimo rapporto con tutti. Mi sento spesso con capitan Benatia su Whatsapp e farò di tutto per tornare a indossare la maglia del mio paese. Dopo Palermo ho giocato poco e così ho perso il posto da titolare nel Marocco. Peccato non aver fatto il Mondiale di Russia. Adesso c’è una generazione molto forte: tanti talenti come Hakimi, Amrabat e Ziyech che stanno diventato tra i top in Europa nel loro ruolo. È il Marocco più forte degli ultimi 20 anni e vorrei far parte anche io del gruppo della nazionale per aiutarli a scrivere la storia de nostro calcio”. 

AMRABAT- “Siamo legatissimi, come fratelli. È venuto a trovarmi da Verona nel giorno libero ed è stato con me quando mi sono infortunato. La Fiorentina ha fatto un grandissimo colpo con Sofyan: hanno preso uno dei centrocampisti più forti della Serie A”.

IDOLO - “Mi ispiravo a Roberto Carlos. Ho fatto un gol alla sua maniera in Udinese-Palermo: guardavo tanto i suoi video per studiare il modo in cui calciava. Mi piaceva molto anche Maldini per come difendeva”.

L’INCUBO - “L’esterno offensivo che mi ha fatto impazzire di più è stato Joaquín della Fiorentina. Sono andato a casa col mal di testa: contro di lui ho fatto una bruttissima partita. Lui era bravo a sterzare destra-sinistra ed era difficile capire dove andare per fermarlo”. 

DE ZERBI - “Con il mister non ho avuto un ottimo rapporto, c’è stato un battibecco con lui a Benevneto e mi dispiace. Io non stavo bene fisicamente, tornavo da un infortunio e lui voleva che dessi di più e non ci siamo capiti. Classico scazzo tra un giocatore che vuole giocare sempre e le scelte che deve fare un allenatore. Abbiamo litigato, ma sono convinto farà una grande carriera. Lo vedremo allenare una big tra qualche anno, ne sono sicuro”. 

VIGORITO - “La trattativa per il mio passaggio al Benevento l’abbiamo fatta su FaceTime. È lui il vero segreto del Benevento. Ci sono pochi presidenti seri e appasionati come lui. Mi è stato molto vicino, lo considero un secondo padre e sono contento possa tornare in A col Benevento. Se lo merita per i tanti sforzi e investimenti fatti”.

MVP SERIE B - "Il Benevento è una bella squadra, ma devo fare un nome in particolare dico Nicolas Viola. Lo conosco bene, abbiamo giocato insieme ed è un ottimo regista. Può fare bene anche in A".

GENOA - “A fine agosto 2018 sembrava tutto fatto. Potrei fare un film per raccontare tutto quello che è successo in quei giorni. Mister Ballardini mi stimava molto, l’avevo già avuto a Palermo come il direttore Perinetti che mi voleva: mi chiama Preziosi il mercoledì chiedendomi “Quando vieni?”. Mancano due gironi alla chiusura del mercato: mi precipito da Newcastle a Milano il giorno dopo con le valigie per firmare e fare il trasloco. Resto due giorni in un hotel di zona Repubblica a Milano, ma alla fine per questioni burocratiche tra Genoa e Newcastle il 31 agosto è sfumato tutto. Peccato, mi sarebbe piaciuto giocare al Genoa. Chissà magari in futuro le nostre strade si ritroveranno”.

SERIE A - “La Lazio sta facendo molto bene e da appassionato è un bene perché almeno quest’anno il campionato è più combattuto. La Juve resta la più forte, ma amo i campionati imprevedibili come la Premier dove un anno ha vinto addirittura il Leicester. Poi alla Lazio c’è Cataldi: abbiamo giocato insieme a Benevento, perciò sono felice per lui”.  

GARE DEL CUORE - “Entrambe con la maglia del Palermo. Quel del primo gol al Napoli in A e la vittoria 2-0 a San Siro contro il Milan. Abbiamo dominato e ho giocato una partita pazzesca”. 

TOP 11 - “Tra quelli con cui ho giocato dico Sorrentino in porta. Difesa a quattro: a destra Hakimi, a sinistra ovviamente Lazaar titolare fisso e come centrali Benatia-Andelkovic. Centrocampo a quattro: a destra Quaison, in mezzo Jajalo-Barreto, a sinistra El Hamadi. Davanti la coppia Dybala-Belotti. Con una squadra così si può arrivare in Champions League”.

JUVENTUS - “Nel 2015 sono stato davvero vicino alla Juve. Paratici mi voleva: c’era complicanze col Porto per Alex Sandro e mentre stavano prendendo Dybala hanno chiesto anche me a Zamparini. Il Palermo voleva rinnovarmi e ha sparato un po’ alto: alla fine non se ne è fatto niente. È un po’ il rimpianto della mia carriera, perché - se fossi andato alla Juve - la mia storia avrebbe potuto prendere un’altra piega”. 

RIVIERE - “Il direttore Trinchera mi ha chiesto una mano per convincerlo a venire a Cosenza, essendo amici io e Riviere. Così mi sono speso in prima persona: ho fatto un po’ da mediatore per portarlo in rossoblù. Siamo entrambi qua per tornare al top e tornare in alto. Vogliamo salvarci col Cosenza”.

OBIETTIVO- “Prima voglio lasciare il segno a Cosenza, aiutando la squadra a salvarsi. Poi punto a tornare in Serie A”.

HOBBY - “Gioco poco alla PlayStation: l’ho lasciata a Varese dai miei, non ce l’ho neanche qui a Cosenza. Non la uso mai. In casa mi tengo in forma: ho una palestra casalinga. Mi piace la musica e spesso canto al Karaoke, ma me la cavo malissimo (risate, ndr). Meglio se gioco a calcio...”. 

GOSSIP - “Single o fidanzato? Preferisco non rispondere. Mi sono lasciato a settembre. Adesso vorrei tenere privati i fatti miei. Lascio il mistero. Giulia D’Urso e i baci in discoteca? Sono stato tirato in mezzo sui giornali e tutti i siti senza che centrassi nulla. Siamo amici io e Giulia, ci conosciamo da tantissimi anni. Figurati se abbiamo avuto una storia. Non mi interessa finire sui giornali per il gossip, non sono un influencer e non mi interessano queste cose. Lei era in te a Uomini&Donne e si è parlato fin troppo di questa cosa, ma non c’era nulla di vero. Ci tengo a fare chiarezza una volta per tutte, visto che è la prima volta che ne parlo pubblicamente”.