Verona, Vava:"Per la B sarei pronto a pagare"
«Aggressività e organizzazione» le parole d’ordine in vista di domenica
L’allenatore nasconde il Verona di partenza ma garantisce sull’impegno «Tutti daremmo qualcosa per vincere. E io ai miei chiederò il massimo»
Vavassori spinge l’Hellas: «A Pescara bisogna preoccuparsi solo di dare il massimo» FOTOEXPRESSLe motivazioni, non c'è dubbio, abbondano. Quanto alle informazioni, invece, meglio affidarsi alle sensazioni personali. O al buon senso.
Perché Giovanni Vavassori - nonostante il caldo africano che non risparmia manco Sandrà - proprio non si sbottona.
Alle porte c'è Pescara-Verona, la finale senza appello, la partita delle partite.
E mister «Vava» non intende dare al rivale Di Francesco nemmeno la minima indicazione sui suoi intendimenti tattici. Nascondendo ostinatamente - e pure legittimamente - le possibile sorprese in cantiere per domenica: «Se ci alleniamo a porte chiuse la colpa è vostra», racconta, quasi sorridendo, rivolto ai giornalisti. «Mi starebbe bene che voi veniste all'allenamento evitando di scrivere quello che facciamo. Ma siccome voi, giustamente, fate il vostro mestiere e riportate tutto quello che succede, meglio evitare. Perché la cosa potrebbe crearci qualche problema».
CUORE E CERVELLO. Chi sarà chiamato a giocare, e a giocarsi la B, in ogni caso, darà l'anima. Lo si coglie nell'atmosfera, emerge chiaro dalle parole del timoniere gialloblù: «Vogliamo ottenere a tutti i costi questo risultato, pur consapevoli della determinazione dell'avversario. Quella di Pescara è una delle partite più importanti della mia carriera di allenatore. Dico di più: io pagherei per vincerla. Anzi, credo che qui tutti pagheremmo per vincerla», sottolinea.
L'occhio è quello del guerriero. E la parola d'ordine è quella che rimbalza sempre nelle conversazioni del tecnico: aggressività. «Le mie squadre devono esprimere un buon livello agonistico», recita, «perché soltanto così possono esprimere un calcio aggressivo, un calcio organizzato. Il calcio che io pretendo».
Il calcio, che, magari, aveva messo un po' in confusione i biancazzurri domenica scorsa, almeno nelle battute iniziali della gara. «Non so se sono andati in confusione», replica lui, «Noi abbiamo certe caratteristiche e cerchiamo di sfruttarle al meglio».
IL FATTORE IMPONDERABILITÀ. Quanto alle indicazioni suggerite a mente fredda dalla gara, Vavassori si affida ancora al buon senso, rimanendo più che mai aderente alle più consolidate logiche pallonare: «Posso solo ribadire come il calcio sia imprevedibile. L'abbiamo visto: abbiamo giocato un buon primo tempo, avendo anche buone occasioni. Abbiamo concesso praticamente solo un tiro dalla media-lunga distanza ma poi in un minuto è cambiato tutto».
Perchè «ci siamo ritrovati in dieci, siamo andati sotto. Però i ragazzi hanno avuto la forza di tenere botta, loro hanno commesso un errore e noi siamo stati bravi a sfruttarlo».
Si riparte sul filo dell'equilibrio. Poteva andar peggio. «Ma io non sono soddisfatto», aggiunge ancora Vavassori. «Un allenatore non deve mai essere soddisfatto, deve sempre cercare di fare meglio. La perfezione non si raggiunge mai e n oi dobbiamo cercare di limitare i problemi e di alzare il nostro livello di gioco».
L'undici di partenza, come detto, resta un giallo.
TUTTI ALLA PARI. La certezza, puntualizzata da Vavassori, è che «tutti partono alla pari», compreso Comazzi, riaggregato al gruppo: «Abbiamo visto che giocatori che non avevano partecipato alla mia prima partita magari sono andati in campo dopo... I miei sono tutti giocatori del Verona», rammenta lui, «perciò tutti partono alla pari, tutti devono essere trattati allo stesso modo e tutti quanti devono dare il meglio di loro stessi, che siano impiegati poco, molto o per niente non importa».
Guai infine a parlare al tecnico di percentuali-promozione: «Non ne faccio. Dipenderà molto da che tipo di prestazione faremo noi e da che tipo di prestazione faranno gli altri. Abbiamo visto anche domenica scorsa che un episodio, favorevole o sfavorevole, può cambiare completamente il corso della gara. Quello che noi dobbiamo fare è dare il meglio», ripete. «Dobbiamo fare solo quello».
L'attenzione comunque è tutta rivolta alla partita.
Di progetti futuri, magari di possibili conferme sulla panchina gialloblù anche nel caso la finale andasse a pallino, si parlerà da lunedì in poi: «Facciamo un passo per volta», ammonisce. «È troppo importante l'impegno di domenica per pensare a quello che succederà dopo».