Verso la finale-Verona, Portogruaro e Cavese danno fiducia
Che sbancare l'Adriatico non sia impresa da tutte le domeniche è fin troppo banale ribadirlo. Tanto più che il Pescara ha costruito il suo campionato di vertice soprattutto sui numeri realizzati in casa: undici vittorie (dodici se consideriamo anche la semifinale play off con la Reggiana), quattro pareggi e due sconfitte per ventidue reti segnate (24 con i play off) e appena otto subite.
Il fattore F, quello che riapre il cuore alla fiducia, al di là dei mezzi tecnici dell'Hellas, sta proprio in quei due scivoloni patiti tra i primi di gennaio e la fine di febbraio dai biancazzurri.
Il primo ko interno è firmato, a sorpresa, dalla Cavese che, alla ripresa stagionale, l'11 gennaio, fredda gli abruzzesi grazie a Bernardo e Schetter, subendo il gol della bandiera di Zizzari solo all'88'. Troppo tardi per risistemare il risultato. E il ko è particolarmente significativo, perché costerà la guida tecnica ad Antonello Cuccureddu, esonerato per far posto a Di Francesco.
Passa un mese e mezzo e i prossimi rivali del Verona sono chiamati al riscatto dopo il brusco scivolone di Terni (0-2). Niente da fare, perché il Portogruaro di Calori spiazza tutti e, grazie al siluro sganciato da Marchi, espugna con merito l'Adriatico.
A Vavassori e alla sua banda il compito di centrare il tris. Facile? No. Ma neppure impossibile.