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Salernitana, col Cittadella come fosse una finale playout. Futuro: Christensen vuole restare
La partita più importante dell'ultimo biennio. I tifosi della Salernitana non hanno dubbi. L'incubo serie C, che si stava materializzando dopo la sconfitta nel derby di Castellammare, potrebbe essere accantonato se i granata dovessero vincere sul campo del Cittadella. Superato per 2-1 il Sudtirol in uno scontro diretto di vitale importanza, ora gli uomini di Pasquale Marino hanno a disposizione un autentico match point. Espugnare il Tombolato significherebbe scavalcare i veneti, uscire dalle sabbie mobili della graduatoria e ospitare il 25 aprile il Cosenza fanalino di coda in un Arechi da almeno 20mila spettatori. Insomma, a Salerno c'è voglia di credere nel raggiungimento dell'obiettivo dopo aver toccato il fondo nell'era Breda, allenatore che non è mai riuscito a dare gioco e identità ad un gruppo che ora ha tutte le carte in regola per essere protagonista in un rush finale da vivere in apnea. Anche a Cittadella, malgrado il giorno di Pasquetta, saranno in tanti al fianco della Bersagliera: circa 800 nel settore ospiti, almeno altri 500 in tribuna grazie alla massiccia partecipazione dei salernitani residenti in altre regioni d'Italia e per i quali non è prevista alcuna limitazione. Resta da capire se ci saranno esponenti della società, visto che la tifoseria organizzata (che ha esposto striscioni di sostegno in provincia nelle scorse ore) invoca una presenza fissa di patron Iervolino al fianco della squadra proprio come accaduto la settimana scorsa. Non è da escludere che, dopo la protesta ufficiale nei confronti dell'AIA per una serie di direzioni ritenute sfavorevoli, possa esserci in panchina anche l'addetto agli arbitri Iannoni. Sarebbe la prima volta in trasferta da inizio stagione. La formazione dovrebbe essere la stessa che ha ben figurato sabato scorso: Ferrari, Lochoshvili e Ruggeri a protezione della porta di Christensen, Amatucci e Zuccon in mediana e Ghiglione e Corazza sulle fasce. In avanti Verde e Soriano alle spalle di Cerri, in astinenza da gol esattamente da tre mesi. Non dovrebbero essere convocati Simy, Wlodarczyk e Braaf, tenuti ai margini della prima squadra nonostante le palesi lacune di un reparto offensivo che non segna nei primi tempi addirittura da inizio dicembre.
In casa Salernitana si inizia anche a parlare di futuro. A prescindere da quella che sarà la categoria è evidente che si vada verso una serie di modifiche anzitutto all'interno della società. Il vice presidente Gianni Petrucci, ad esempio, è assente da oltre un anno. Il presidente Roberto Busso potrebbe farsi da parte o, comunque, avere un incarico differente e limitato al progetto per l'impiantistica sportiva. Milan dovrebbe mantenere il ruolo di amministratore delegato, occhio alla possibilità di aggiungere nell'organigramma un direttore generale che possa essere l'uomo immagine e di fiducia della Salernitana. A bocce ferme si sceglierà il nuovo direttore sportivo (fitti i contatti tra Milan e Fabiani, piace anche Lovisa della Juve Stabia), mentre in caso di salvezza potrebbe esserci il rinnovo annuale di mister Marino.
Ci sono poi una marea di giocatori che torneranno alle rispettive società o che andranno via per scadenza contrattuale, su tutti quel Simy che dal 2021 guadagna un milione di euro a stagione, ma che è stato protagonista in negativo in questo lustro contraddistinto da pochissimi gol e tante problematiche. Ferrari potrebbe rinnovare in caso di permanenza in categoria, con la Fiorentina si proverà a dialogare per la permanenza di Christensen che, in queste ore, ha dato massima disponibilità. Rientreranno alla base i vari Dalmonte, Lovato, Maggiore, Sambia, Fiorillo e Daniliuc, ma tutti saranno liberi di trovare una nuova sistemazione. Punto interrogativo, infine, su Sepe, Tongya (che era stato sondato da Como e Lazio in inverno), Adelaide (non si esclude una rescissione), Caligara (un milione al Sassuolo in caso di salvezza, ma sin qui è stato un flop) e Verde, destinato a rientrare temporaneamente allo Spezia. Naturalmente ogni discorso è assolutamente prematuro, ma il mercato non dorme mai e la Salernitana non può permettersi di partire in ritardo per il terzo anno di fila.
In casa Salernitana si inizia anche a parlare di futuro. A prescindere da quella che sarà la categoria è evidente che si vada verso una serie di modifiche anzitutto all'interno della società. Il vice presidente Gianni Petrucci, ad esempio, è assente da oltre un anno. Il presidente Roberto Busso potrebbe farsi da parte o, comunque, avere un incarico differente e limitato al progetto per l'impiantistica sportiva. Milan dovrebbe mantenere il ruolo di amministratore delegato, occhio alla possibilità di aggiungere nell'organigramma un direttore generale che possa essere l'uomo immagine e di fiducia della Salernitana. A bocce ferme si sceglierà il nuovo direttore sportivo (fitti i contatti tra Milan e Fabiani, piace anche Lovisa della Juve Stabia), mentre in caso di salvezza potrebbe esserci il rinnovo annuale di mister Marino.
Ci sono poi una marea di giocatori che torneranno alle rispettive società o che andranno via per scadenza contrattuale, su tutti quel Simy che dal 2021 guadagna un milione di euro a stagione, ma che è stato protagonista in negativo in questo lustro contraddistinto da pochissimi gol e tante problematiche. Ferrari potrebbe rinnovare in caso di permanenza in categoria, con la Fiorentina si proverà a dialogare per la permanenza di Christensen che, in queste ore, ha dato massima disponibilità. Rientreranno alla base i vari Dalmonte, Lovato, Maggiore, Sambia, Fiorillo e Daniliuc, ma tutti saranno liberi di trovare una nuova sistemazione. Punto interrogativo, infine, su Sepe, Tongya (che era stato sondato da Como e Lazio in inverno), Adelaide (non si esclude una rescissione), Caligara (un milione al Sassuolo in caso di salvezza, ma sin qui è stato un flop) e Verde, destinato a rientrare temporaneamente allo Spezia. Naturalmente ogni discorso è assolutamente prematuro, ma il mercato non dorme mai e la Salernitana non può permettersi di partire in ritardo per il terzo anno di fila.
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