Grazie Candreva, un addio in silenzio...

Si dirà che non era più un ragazzino e che in serie B si corre. Si dirà anche che lo stipendio fosse troppo elevato per la categoria e per le casse di una società in vendita e che sta mettendo in atto un processo di ridimensionamento in totale contrapposizione con quanto promesso fino a qualche mese fa. Invece, per tanti, è stato un errore lasciar partire a cuor leggero un campione come Antonio Candreva. Uno dei pochissimi a salvarsi dalla debacle generale della passata stagione e certo non meritava quella contestazione così aspra da parte della curva quando ha avuto la forza di metterci la faccia quasi da solo. La clausola è stata esercitata, a prescindere dalle scadenze ufficiali; il modo migliore per risparmiare lo stipendio da 2 milioni di euro e per liberare un posto nella casella degli over.

Tuttavia, a conferma di quanto ci sia da lavorare sul piano della comunicazione, non c'è mai stata una nota ufficiale. Come se uno degli atleti più talentuosi della storia recente della Salernitana meritasse di lasciare nel totale anonimato, senza una nota di ringraziamenti e senza la possibilità , per la stampa e i tifosi, di capire le modalità di questa separazione anticipata. E' sin troppo evidente che il ridimensionamento targato Iervolino abbia spinto il club a valutare diversamente la posizione di AC87. Ad aprile l'amministratore delegato Milan era di opinione diversa e lasciò intendere che, in virtù dell'ottimo rapporto reciproco e della professionalità dimostrata, il presidente avrebbe provato a fare uno sforzo economico, a sedersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione tale da trattenerlo in granata per costruire attorno a lui la Salernitana del futuro.  

Invece nessun contatto e un addio silenzioso, al punto che non è stato convocato per il ritiro. Il bilancio del calciatore, al netto della retrocessione, resta positivo. Candreva ha disputato due stagioni ottime all'ombra dell'Arechi, condite da gol spettacolari, assist a ripetizione, una corsa continua a tutto campo quasi come fosse un ragazzino e uno spirito di sacrificio encomiabile, al punto da meritare la fascia di capitano e la titolarità con i tanti allenatori che si sono avvicendati sulla panchina granata. Un peccato che l'avventura salernitana debba chiudersi in questo modo, alla finestra restano Monza, Como e altri club di A che potrebbero permettergli almeno di alimentare il record di presenze in massima serie.