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Bucchi e le voci sull'Avellino: "Chiesta disponibilità da parte di un papabile per il ruolo di ds"
Cristian Bucchi, ex tecnico di Ascoli, Triestina, Empoli e Benevento è intervenuto nel corso della 'Palermo Football Conference' in corso di svolgimento nel capoluogo siciliano. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
"Credo di aver fatto gavetta e poi un buon percorso. In C così come in B a Perugia. Quando poi ti chiama la Serie A in un club come il Sassuolo è normale che accetti: mi sono cimentato in un qualcosa d'importante e la società mi ha supportato. Arrivavo dopo il ciclo di Di Francesco, con dei calciatori che probabilmente avevano già dato il meglio di loro e io non ho avuto questa percezione. Quella stagione, infatti, non è andata come speravo. Da lì poi è successo quello che capita in quasi tutti gli ambiti lavorativi: fin quando non hai nulla da perdere affronti le cose con una mentalità sbarazzina. Poi, però, quando arrivi da giovanissimo in Serie A hai un po' il mirino addosso e quello mi ha tolto libertà e spensieratezza. Serve coraggio nell'essere se stessi. Tanto l'allenatore è sempre a rischio. Per questo ci sono stati degli esoneri che ho vissuto in maniera serena perché sapevo di aver dato tutto e altri, invece, dove avevo il rammarico di come si erano sviluppate le cose".
Per lei si è parlato anche di Avellino nei giorni scorsi.
"Non è stato un contatto diretto. Ho parlato con un dirigente che se fosse diventato il ds del club (l'ex Ascoli Marco Valentini), mi aveva chiesto la disponibilità. Così però non è stato".
"Credo di aver fatto gavetta e poi un buon percorso. In C così come in B a Perugia. Quando poi ti chiama la Serie A in un club come il Sassuolo è normale che accetti: mi sono cimentato in un qualcosa d'importante e la società mi ha supportato. Arrivavo dopo il ciclo di Di Francesco, con dei calciatori che probabilmente avevano già dato il meglio di loro e io non ho avuto questa percezione. Quella stagione, infatti, non è andata come speravo. Da lì poi è successo quello che capita in quasi tutti gli ambiti lavorativi: fin quando non hai nulla da perdere affronti le cose con una mentalità sbarazzina. Poi, però, quando arrivi da giovanissimo in Serie A hai un po' il mirino addosso e quello mi ha tolto libertà e spensieratezza. Serve coraggio nell'essere se stessi. Tanto l'allenatore è sempre a rischio. Per questo ci sono stati degli esoneri che ho vissuto in maniera serena perché sapevo di aver dato tutto e altri, invece, dove avevo il rammarico di come si erano sviluppate le cose".
Per lei si è parlato anche di Avellino nei giorni scorsi.
"Non è stato un contatto diretto. Ho parlato con un dirigente che se fosse diventato il ds del club (l'ex Ascoli Marco Valentini), mi aveva chiesto la disponibilità. Così però non è stato".
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