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Andrea D'Amico: "Vi racconto di quando portai Gattuso alla Salernitana. Gigi Lentini il Cristiano Ronaldo degli anni Novanta"

Andrea D'Amico: "Vi racconto di quando portai Gattuso alla Salernitana. Gigi Lentini il Cristiano Ronaldo degli anni Novanta"TuttoB.com
D'Amico
© foto di Balti Touati/PhotoViews
venerdì 3 aprile 2020, 09:30Flash news
di Christian Pravatà

L'agente e intermediario internazionale Andrea D'Amico si è raccontato senza filtri in una lunga intervista sul canale Instagram del giornalista Nicolò Schira. Spazio a tantissimi aneddoti e retroscena di calciomercato. Tra passato, presente e futuro. Ecco i più interessanti. 

30 ANNI DA AGENTE - "Ho iniziato nel 1990 a MilanoFiori, quando ci penso mi sembra di avere 200 anni. Ho iniziato quell'anno: ero a Milano dove stavo facendo un master. Lì Oscar Damiani mi ha presentato Claudio Pasqualin ed è nato un sodalizio professionale straordinario".

IL PRIMO COLPO - "È stato Gigi Lentini nel 1992 dal Torino al Milan. Una operazione clamorosa e da record. Era il Cristiano Ronaldo degli anni Novanta: senza quel grave incidente avrebbe fatto una carriera straordinaria. Ha comunque vinto una Coppa dei Campioni, ma poteva fare molto di più. Resto legatissimo a lui, un ragazzo straordinario, una delle migliori persone conosciute nel mondo del calcio". 

MAXI LOPEZ-MILAN - "Il mercato è fatto di opportunità. Sapevo che il Milan cerca un attaccante è così nel gennaio 2012 parlai di Maxi a Galliani. Ci incontrammo a Milano in via Turati e fiutai la possibilità di portare a termine l'affare. Ecco perché io e Maxi restammo 5 giorni in hotel, aspettando l'evolversi della triangolazione City-Milan-Psg per Tevez e Pato. Maxi era un ragazzo molto divertente e simpatico così come Wanda: entrambi si sono fidati di me e siamo riusciti a pazientare, finché poi alla fine la trattativa si è sbloccata e Maxi ha firmato col Milan".

DEL PIERO - "Non ha mai rischiato di lasciare la Juve, è sempre voluto restare juventino a vita. Il rinnovo del 1999? Fu una trattativa di quasi un anno con Moggi, Giraudo e Bettega, ma alla fine strappammo un ingaggio da 10 miliardi netti a stagione che era il record per l'epoca. Sono orgoglioso di aver seguito e accompagnato Alex dagli inizi fino al 2005: quando lo vidi giocare da ragazzino, capii subito che aveva qualcosa di speciale. Era un predestinato. Retroscena? A inizio carriera è stato vicino al Parma che lo voleva a tutti i costi nell'estate 1994 nell'ambito dell'operazione Dino Baggio".

GATTUSO - "Ricordo ancora quando Advocaat voleva mandarlo via a tutti i costi dai Rangers Glasgow. Mi attivai per riportarlo in Italia: era appena diventato un mio giocatore, c'eravamo conosciuti all'Hilton di Glasgow, si era appena fidanzato con Monica che poi sarebbe diventata sua moglie. Mi accordai con la Salernitana allenata da Delio Rossi, ma il presidente Aliberti stava per tirarsi indietro in quanto non era riuscito a vendere alcuni esuberi. La mia insistenza permise di chiudere l'affare. Il giorno della firma a casa di David Murrey c'erano Sean Connery e Catrine Zeta Jones, che erano amici del patron dei Rangers: fu un giorno evidentemente fortunato. Da lì sbocciò la carriera di Rino, tanto che l'estate successiva lo vendemmo al Milan per 20 miliardi. Gattuso fece ricredere tutti gli scettici, diventando uno dei più grandi centrocampisti al mondo e vincendo tutto: scudetti, Champions e Mondiale. Ricordo ancora la finale del 2006 vista insieme al papà di Rino. Una emozione incredibile, sopratutto ripensando a quel 1998 in cui ero tra i pochissimi a credere in Gattuso che per me è come un figlio". 

BOCCHETTI-MILAN - "Fu una intuizione possibile grazie alla tecnologia. Io ero a Toronto per firmare il contratto di Giovinco e seppi che il Milan cercava un centrale, così contattai subito Galliani. Ebbi l'intuizione giusta e Salvatore che era in ritiro in Spagna con lo Spartak volò l'indomani a Milano".

PIONIERE - "Mi affascinava la dimensione globale del calcio. Portammo in Inghilterra Vialli al Chelsea nel 1996 e in Scozia Amoruso e Porrini ai Rangers. Poi ho aperto al mercato russo con Bocchetti e Criscito. Un'altra intuizione giusta fu quella di Giovinco in MLS nel 2015. Serve aprirsi a nuovi mercati per ottimizzare le carriere dei propri assistiti. Affari esteri sfumati? Aldo Serena in Giappone: nel 1991 lo voleva l'Osaka". 

RIMPIANTI - "Oreste Didonè e Mimmo Morfeo. Due calciatori dalla classe cristallina e purissima: avrebbero potuto fare molto di più. Erano baciati dal talento". 

FAGIOLI - "Mi sono innamorato di lui per la qualità e la personalità. Siamo di fronte a un potenziale campione. Lui e Okoli (Atalanta) sono i giovani più forti della loro età. Non a caso Allegri disse cose bellissime in tv su Nicolò".

TOLDO - "Nel 2000 Francesco disputò un Europeo straordinario. Un grande campione di una bontà incedibile. Nel 2001 la Fiorentina di Cecchi Gori aveva bisogno di fare cassa: fu il primo portiere a essere venduto per oltre 50 miliardi di lire. L'Inter lo voleva fortemente e realizzammo una grande operazione. Ha vinto tutto in nerazzurro e lo vedo bene anche come dirigente: Franci è molto intelligente e perfetto per ricoprire un incarico importante in società".

MONTERO-INTER - "Ti svelo un retroscena che no ho mai raccontato. Nel 1996 Paolo Montero fu a un passo dall'Inter. Era in scadenza con l'Atalanta e stavamo trattando con la Juve: Lippi lo voleva fortemente, ma Moggi aveva fatto una offerta bassa che non ci aveva convinto. Ci chiamò l'Inter e stavamo andando a firmare in sede, quando poi la Juve decise di rilanciare su input di Lippi e Paolo scelse di andare a Torino". 

VIERCHOWOOD - "Dopo la Champions vinta con la Juve era in scadenza e andammo a Perugia. In Umbria però Pietro però non si trovava bene: il salto dalla Juve a una provinciale era stato grande e così mi chiese di cambiare aria dopo poche settimane di ritiro. Quel giorno Franco Baresi si ruppe il braccio e chiamai subito Galliani. In 24 ore concludemmo l'operazione e Pietro passò al Milan".

GANZ - "Fu il primo a passare dall'Inter al Milan inaugurando una serie di affari tra le milanesi. Maurizio era una macchina da gol con il cognome più consonantico al mondo. All'Inter con l'arrivo di Ronaldo giocava poco e trovammo l'opportunità Milan, dove debuttò il giorno dopo la firma con un gol nel derby. Polemiche per l'esultanza? Secondo me è giusto che un professionista dia il massimo per i colori che indossa in quel momento e capisco il festeggiamento".

IL NO - "Ci fu quello di Pippo Maniero che il Milan aveva ceduto ai Rangers Glasgow, ma lui preferì andare al Venezia per esigenze personali. Stava diventando papà e voleva avvicinarsi a casa".

CRISCITO - "Nell'estate 2018 era vicinissimo all'Inter. Spalletti lo voleva fortemente e avrebbe guadagnato molto di più in nerazzurro, ma ha fatto una scelta di cuore preferendo tornare al Genoa. Idem a gennaio quando era fatta con la Fiorentina, ma da capitano non se l'è sentita di lasciare i rossoblù che erano in fondo alla classifica". 

VIDUKA - "Nel 2004 andammo a Leeds con Marco Branca per portare Viduka all'Inter. Piaceva molto a Moratti e all'epoca Mark era uno dei top player della Premier League. Non riuscimmo a trovare l'accordo con gli inglesi, che spararono alto. Peccato".

IAQUINTA - "Vincenzo è stato molto sfortunato sia dal punto di vista professionale sia umano. Era il prototipo dell'attaccante perfetto: una macchina da guerra sportiva. Fisico possente abbinato a una buona tecnica e una grande velocità. So che ha passato momenti difficili, ma gli mando un grande abbraccio. E non dimentichiamo che Vincenzo è un Campione del Mondo e ha giocato diversi anni alla Juve, nonostante i tanti infortuni".

BORRIELLO - "Marco è multicolor. Parliamo di un campione che purtroppo ha pagato il sex-appeal e le copertine con le belle donne, ma è stato un attaccante formidabile. È un vero esteta nella vita, abbiamo lavorato molto bene insieme negli ultimi anni della sua carriera. Per me è perfetto in televisione: ha un'ottima dialettica, è molto competente e ha un immagine fantastica. Lo vedrei bene come talent, poi deciderà Marco cosa fare".

CARACCIOLO - "L'Airone è stato a un passo dal Milan nel 2002. Eravamo molto vicini, ma Javi Moreno non andò più via. Un attaccante fortissimo Andrea, era troppo buono e paradossalmente questo è stato il suo limite. Brescia è stata la sua nazionale. Si è innamorato di questa città e tifoseria: quanti rifiuti per restare in biancazzurro". 

NUOVI TALENTI - "Il terzino della Juve Pietro Beruatto. Luca Magazzù dell'Inter, diventerà un grande attaccante. Poi c'è un 13enne del Verona che mi ha folgorato: Alessandro Favaná, sembra di vedere Roberto Mancini".

TASSOTTI - "Uno degli Immortali. Quando nomini Mauro, mi viene da inginocchiarmi. Un campione come uomo oltre che in campo. Un uomo intelligente e simpatico. A Coverciano ha preso il massimo dei voti, un peccato che abbia sempre preferito fare il secondo al Milan piuttosto che iniziare una avventura in prima persona da tecnico. Negli anni del Milan lo volevano la Lazio di Lotito e il Chievo, ma ha sempre preferito restare in rossonero. Avrebbe meritato una chance vera da tecnico del Milan".

GIOVINCO - "Insieme abbiamo vissuto una bellissima avventura. Ha vinto la Champions asiatica: non c'è nessuno al mondo che ha trionfato in tre continenti. Può giocare ancora tanti, magari arretrando di posizione. Può tornare in Italia? Secondo me è difficile perché guadagna tanto".

CARRERA - "Dopo gli anni al fianco di Antonio Conte ha riportato lo Spartak Mosca alla vittoria del campionato russo dopo 18 anni. Adesso sta facendo benissimo in Grecia con l'Aek Atena. Con lui si riga dritto e si lavora tanto: ha un carisma fortissimo che incute rispetto nei giocatori. Sono convinto che farà grandi cose e nei prossimi mesi ci saranno diverse richieste per lui. Serie A? Qualche interlocuzione ma niente di decisivo". 

BERTI - "Nicola è un grande giocatore e un personaggio straordinario. A Milano erano tutti affascinati e innamorati di lui: un numero uno in tutti i sensi. Peccato solo per la finale di Pasadena sennò avrebbe vinto anche il Mondiale. Voleva chiudere la carriera all'Inter, ma poi arrivò la chiamata del Tottenham che gli offriva un posto da protagonista".

BIERHOFF - "Una storia particolare. Lo conobbi quando l'Inter lo aveva mandato in prestito all'Ascoli di Costantino Rozzi. All'epoca sembrava quasi sgraziato, lo portammo così a Udine dove modificò la postura e  modo di correggere. Iniziò a segnare tantissimo e lo portammo con Helveg al Milan, dove vinse con Zaccheroni lo scudetto al primo gol. Ricordo poi Euro 1996, quando debuttò nel torneo entrando in finale e regalò il titolo alla Germania con una doppietta in finale col primo golden gol della storia".

EL YAMIQ - "Stava facendo una grandissima stagione al Real Saragozza. È un ragazzo con grandi qualità e mezzi".

CONSIGLI - "Da anni sta facendo benissimo, per rendimento e rigori parati è tra i primi tre portieri della Serie A. Merita la Nazionale".

TOP11 ASSISTITI - "Toldo in porta, terzini Tassotti a destra e Criscito a sinistra. Come centrali Vierchowood e uno tra Montero, Tricella e Lorenzo Amoruso. Sceglilo tu il centrale tanto sono tutti forti. A centrocampo la forza di Gattuso e l'estro di Berti. Poi mi gioco tre fantasisti: Lentini, Morfeo e Del Piero a sostegno di Gianluca Vialli. Una squadra da scudetto e che può arrivare in fondo anche in Champions. Allenatore? Punto su Massimo Carrera".