ESCLUSIVA TB - Lucarelli: "Pisa, quei segnali vanno colti. Palermo, ai playoff puoi rifarti. La Salernitana merita altri palcoscenici. Cosenza? Avevo dato la disponibilità, poi... Sono come un leone, aspetto una chiamata dalla B"

Dal duello tra Pisa e Spezia per il secondo posto alla strenua lotta per la sopravvivenza in categoria, passando per il Palermo in ascesa, le alterne fortune delle matricole e il talento di tre giovani bomber. Ai microfoni di TuttoB.com è intervenuto mister Cristiano Lucarelli.
Mister, posto che il Sassuolo balla da solo, domenica c’è il big match Spezia-Pisa: dovesse vincere Pippo Inzaghi, il discorso per il secondo posto sarebbe virtualmente chiuso?
“Si conosceva sin dall’inizio la forza dell’organico del Sassuolo. Al di là di qualche inciampo, che in B ci può stare, la squadra di Grosso si è confermata superiore a tutte. Senz’ombra di dubbio.
Per quanto attiene a Spezia e Pisa, sono anch’esse due formazioni molto concrete. I nerazzurri - vedendo il loro percorso - sembra abbiano azzeccato l’annata giusta, anche perché molti episodi sono girati a loro favore e qualche partita sono riusciti a vincerla in dieci uomini. Questi sono dei segnali che vanno còlti. Quindi il Pisa sembrerebbe avere qualcosina in più. Certo, molto dipenderà dallo scontro diretto di domenica. Lo Spezia ha comunque la possibilità di mantenere incerta fino alla fine la lotta per il secondo posto”.
Palermo in ripresa, complice un indovinato mercato di riparazione: dovesse, come pare, accedere ai playoff, quale ruolo potrebbe recitare?
“Il Palermo è una squadra di tutto rispetto e anche ben allenata, al netto delle difficoltà che si possono incontrare in un campionato difficile come quello di Serie B. Ci sono tutti i presupposti per fare bene: una proprietà fortissima, dirigenti competenti, giocatori forti, un allenatore bravo e anche una piazza con un seguito importante. Sicchè, credo che i rosanero potrebbero raggiungere attraverso i playoff quell’obiettivo che è loro sfuggito in campionato”.
Capitolo matricole. Sorprendono Cesena e Juve Stabia, Carrarese in linea con gli obiettivi, mentre il Mantova è in picchiata (1 punto nelle ultime 5).
“Diciamo che ogni anno almeno una matricola stupisce – l’anno scorso fu il Catanzaro, due anni prima la mia Ternana –, quindi non è un’anomalia. Il Mantova, tra le quattro, è quella che cerca di più il gioco, evidentemente però la Serie B non è la C, quindi sta incontrando qualche difficoltà. Detto questo, Possanzini, al di là dei risultati, sta facendo comunque un grande lavoro perché è un piacere vedere giocare i virgiliani: si nota che la sua è una squadra organizzata, con giocate provate e riprovate in allenamento. Le altre tre, diversamente, badano più al sodo”.
Giovani bomber scalpitano. Tra Pio Esposito, Adorante e Cristian Shpendi, chi l’ha impressionata maggiormente?
“Esposito mi sembra quello più completo; gli altri due sono forti e stanno facendo un ottimo campionato, ma sono convinto che hanno ancora ampi margini di miglioramento. Detto questo, al di là del numero di gol realizzati, per come si muove in campo Esposito sembra quasi un veterano: mi pare lui, dei tre, quello più avanti nel processo di maturazione dell’attaccante che deve segnare 15-20 gol all’anno. Devo dire, però, che Adorante e lo stesso Cristian Shpendi hanno fatto un percorso notevole, arrivando in B per merito, a suon di gol. Sono tutti ragazzi molto promettenti”.
La Sampdoria, tuttora invischiata in zona playout, dovrà puntare a salvarsi oppure potrebbe ancora agganciare i playoff?
“La Samp ha tutte le carte in regola per riuscire a salvarsi con qualche giornata di anticipo. Fermo restando che il campionato di Serie B, tra quelli professionistici, è quello più complicato perché anche l’ultima può vincere in casa della prima, mentre in A e C questa eventualità si verifica con meno frequenza. Quindi diventa difficile fare tabelle, proprio perché ogni partita è aperta e può succedere di tutto. Azzardare pronostici in Serie B è veramente rischioso”.
Salernitana in grande difficoltà e anche sfortunata. A Cesena avrebbe meritato almeno il pareggio e invece è arrivata addirittura una sconfitta sanguinosa: è il manifesto di una stagione balorda?
“Ho visto 3-4 volte la Salernitana dal vivo e mi sorprende tantissimo trovarla laggiù, in una posizione di classifica che non le compete, anche se sappiamo benissimo che ripartire dopo una retrocessione non è facile. Peraltro io ho fatto la tesi per il master a Coverciano proprio sui risvolti psicologici che comporta una retrocessione dalla A alla B. All’epoca solo il 28% delle squadre risaliva immediatamente nel massimo campionato, mentre la maggior parte disputava una stagione difficoltosa e il 24% addirittura incappava in una doppia retrocessione. Che ovviamente non auguro alla Salernitana perché, con un pubblico e una società così importanti, merita ben altri palcoscenici. Purtroppo a volte ci sono queste annate, soprattutto dopo una retrocessione. Io poi lì ho 4-5 miei ex giocatori, quindi mi auguro che possano uscire da questo momento difficile”.
Veniamo al Cosenza. Quando mancano dieci giornate al termine del campionato, crede che i Lupi abbiano ancora la forza di ricucire il gap di 8 punti che li separa dalla zona playout? Oltretutto lei è stato vicinissimo alla panchina rossoblù…
“Se c’è una squadra, nella storia recente della Serie B, che ha dimostrato che il campionato va giocato sino all’ultimo questa è proprio il Cosenza. Ogni anno, bene o male, è sempre riuscito a salvare le penne anche in situazioni molto difficoltose. Quindi credo che finchè la matematica non li condannerà abbiano il dovere di crederci fino in fondo.
Quanto a me, avevo dato la disponibilità perché credevo fortemente nella salvezza, sebbene ovviamente ora la situazione sia più complicata rispetto a quattro giornate fa; diciamo che avevamo anche trovato la quadra, poi però la società ha deciso di rinnovare la fiducia ad Alvini… Comunque, là c’è un ambiente abituato a questo tipo di imprese sportive, per cui non mi stupirebbe se il Cosenza dovesse riuscire a ripetere un finale di stagione sulla falsariga di quelli precedenti”.
Cristiano Lucarelli è, dunque, pronto a tornare in pista…
“Negli ultimi tre anni ho allenato in Serie B e ho la voglia di un leone di tornare su una panchina cadetta. Le imprese difficili mi hanno sempre stimolato, quindi non chiudo la porta a nessuno. Adesso aspetto una chiamata, nel frattempo sto girando e vedo moltissime partite di Serie B. Cerco di aggiornarmi il più possibile per farmi trovare pronto”.