ESCLUSIVA TB - Carrozzieri: "Varese? E' una piazza da serie C con una tifoseria fredda. Ho commesso degli errori, il calcio poteva darmi ancora tanto"
Continua a divertirsi Morris Carrozzieri. È tornato a giocare lì dove tutto ebbe inizio. A Bellante, in provincia di Teramo, nella squadra del suo paese con gli amici di sempre. Un ritorno alle origini dopo che dai polverosi campi di periferia aveva spiccato il volo per approdare nel mondo dei professionisti. Il pianeta in cui ogni ragazzino che ama il calcio spera un giorno di sbarcare. Carrozzieri è partito dal basso prima di arrivare a sfiorare i più grandi club. Dal Teramo alla Sampdoria, l’esordio in serie A a San Siro contro l'Inter con i blucerchiati. Poi l’Atalanta, accanto a Colantuono, ed il Palermo. Una carriera che poteva essere di primissimo livello se Carrozzieri non avesse commesso alcuni sbagli. Errori che, per sua stessa ammissione, ora paga sulla sua pelle. Carrozzieri tuttavia non ha perso ne il sorriso ne l’entusiasmo. Nel calcio che gli ha dato tanto, e che poteva dargli altrettanto, ora spera di ritagliarsi un ruolo o da dirigente o da allenatore. Segue da spettatore interessato il campionato di serie B, vissuto da protagonista nella passata stagione con la maglia del Varese. In esclusiva per TuttoB.com Carrozzieri esprime la propria opinione sul torneo cadetto, oltre a raccontarsi a cuore aperto.
Il Palermo può già considerarsi in serie A o deve ancora stare attento?
“Io il campionato di B l’ho fatto l’anno scorso con il Varese ed è un torneo molto lungo. Però il Palermo con la formazione che ha credo che in cadetteria può vincere ed anche bene.”
Pescara – Cosmi, è il binomio giusto per il rilancio dei biancazzurri?
“La settimana dell’esonero di Pasquale Marino da Pescara mi hanno chiamato in molti per chiedermi di Cosmi. Ed avevo detto che era l’uomo giusto per i biancazzurri, perché io l’ho avuto a Lecce. Quando è arrivato lui ci ha dato quella carica giusta. Nel momento in cui in una squadra c’è qualcosa che non va il problema non è tecnico ma il più delle volte mentale. In questi casi non ci vuole un allenatore che vuole cambiare il calcio, perché il calcio è sempre quello. Ci vuole invece un tecnico che sappia far scattare dentro i giocatori ciò che è rimasto inespresso nei mesi precedenti. E Cosmi per questo è uno dei migliori. È anche bravo a preparare le partite, ma a livello emotivo sa trasmettere il massimo ai suoi giocatori.”
Molti dicono che è soprattutto un allenatore di teste. Un giudizio un po’ ingeneroso perché anche a livello tecnico-tattico le sue squadre hanno espresso un calcio piacevole.
“Il Perugia, l’Udinese e le squadre in cui è stato giocavano bene. A Lecce, quando è subentrato a Di Francesco, oltre a fare risultato riuscivamo a giocare anche bene. Anche con Eusebio Di Francesco stavamo facendo bene a livello di gioco ma i risultati non arrivavano. Con Cosmi riuscivamo a fare entrambe le cose.”
Il tuo ex Varese come lo giudichi?
“Non ha cambiato molto. È una società che ha vissuto sull’onda dell’entusiasmo dei campionati vinti in precedenza. Il direttore Sogliano e successivamente Milanese sono stati bravi nel loro lavoro. L’anno scorso siamo usciti dai play-off per l’ultima partita persa a Brescia, quest’anno ha troppi alti e bassi. In generale è una società che non può ambire al di là della serie B. Giocavamo in casa e c’erano 2.000-2.500 persone, è una piazza fredda. Insomma non può aspirare alla serie A, però nel calcio mai dire mai. Anche il Castel di Sangro, per fare un esempio, pur essendo un piccolo centro riuscì ad arrivare in serie B.”
In B le realtà più belle sono le neopromosse. Ciò può significare anche che il gap fra B e Lega Pro si è ridotto?
“Vero, si è ridotto. Quando una grande piazza come l’Avellino comunque vince il campionato ed arriva in cadetteria sulle ali dell’entusiasmo, mettendo in campo la stessa grinta, può fare bene anche in serie B. Anche il Latina che è una piccola realtà sta facendo benissimo. Il direttore Mauro Facci, che conosco benissimo avendoci giocato insieme a Teramo, ha fatto molto bene. È uno che va sul sodo andando a prendere giocatori da Latina. Bella realtà anche il Carpi.”
Carrozzieri lei continua a divertirsi giocando per la squadra del suo paese, il Bellante
“Si, gioco con la formazione del mio paese e continuo a divertirmi. Adesso non so ancora cosa fare, vediamo se uscirà qualcosa anche nell’ambito calcistico. Dirigente o allenatore? A me piacciono entrambe le cose.”
Facendo dei bilanci, il calcio ha dato tutto a Carrozzieri?
“Si, il calcio ha dato tutto e poteva darmi ancora tanto. Purtroppo ho commesso un errore che ho pagato sulla mia pelle. È stato un errore personale e non è colpa di nessuno. Sono sbagli che si fanno e poi si pagano le conseguenze. È il rimpianto più grande che porto dentro di me. Perché ero li per li per andare in grande squadra. Ora è passato. Ho sbagliato ma sono ripartito. E qui l’altro rammarico è l’infortunio che ho subito a Lecce. Mi sono dovuto fermare 3 mesi e ripartire di nuovo. Poi mentalmente vai a scendere e lì capisci che non è giusto prendere in giro più nessuno. Ho fatto una scelta, nonostante la mia giovane età, cioè quella di divertirmi con i compagni del mio paese. Adesso aspettiamo e vediamo se esce fuori qualcosa.”