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RdC - Cesena, quanta fatica nel finale. C'è la sosta per riordinare le idee

RdC - Cesena, quanta fatica nel finale. C'è la sosta per riordinare le ideeTuttoB.com
Mignani
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 3 settembre 2024, 09:48Cesena
di Marco Lombardi

"Cesena, quanta fatica nel finale. C'è la sosta per riordinare le idee", titola il Resto del Carlino

Vien da dire: ben venga la sosta. Dopo una sconfitta come quella patita in Liguria spesso si dice che sarebbe meglio tornare subito in campo per resettare la testa e ricominciare a marciare. Ma, dopo quattro gare che hanno evidenziato il medesimo vizio, forse fa gioco fermarsi un attimo e riordinare le idee. In queste quattro partite il Cesena ha recitato quasi lo stesso copione: bello ed autoritario per un ora, timido e confuso nell’ultima parte di gara ed i numeri confermano. Se le gare fossero terminate al 60’ il Cesena sarebbe primo in solitaria con 10 punti, con due sole reti subite, quella contro la Carrarese e quella di Antiste del Sassuolo, e sempre 6 gol segnati. Dati che rispecchiano l’andamento delle gare: primi tempi straordinari, riprese che vedono i bianconeri piano piano sgonfiarsi.

La conseguenza? Da Sassuolo e Spezia sono arrivate due sconfitte, contro la Carrarese è andata bene grazie a Pisseri che ci ha messo più di una pezza. Anche a Verona, in Coppa Italia, copione simile, ma risultato salvo. Difficile pensare che il calo possa essere dovuto ad una questione fisica, la stagione è appena iniziata, è vero che si è giocato spesso, ma questo vale anche per gli avversari. Questione di testa? Più probabile. Quando dopo un’ora a ritmi alti le giocate non riescono più con la stessa facilità, il Cesena tende a perdere sicurezza, il pallino passa di mano ed allora cominciano i guai. Mignani dopo la sconfitta con lo Spezia ha detto: "Quando non riesci a vincere, almeno cerca di non perdere" e proprio in Liguria il Cesena ha dimostrato di non saper cambiare volto. Ha provato a giocare come se nulla fosse anche quando la squadra di D’Angelo ha cominciato a fare la voce grossa ed i rischi erano evidenti, ma le partite non nascono e muoiono sempre uguali e sapersi adattare ai cambiamenti in corsa è fondamentale. C’è anche la questione cambi, finora Mignani ha attinto dalla panchina quasi sempre ben oltre il 70’, a volte con la squadra già in affanno e, soprattutto con lo Spezia, i subentrati non hanno dato l’apporto sperato: Van Hooijdonk è sembrato indietro e Francesconi ancora non vale Bastoni, tanto per fare degli esempi [...].