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Breda: "A Terni lavoro importante: ereditata una squadra ultima, coi punti raccolti avremmo chiuso al settimo posto. Speravo in una nuova avventura dall'inizio, invece dovrò aspettare"

Breda: "A Terni lavoro importante: ereditata una squadra ultima, coi punti raccolti avremmo chiuso al settimo posto. Speravo in una nuova avventura dall'inizio, invece dovrò aspettare" TuttoB.com
Breda
venerdì 5 luglio 2024, 10:59Flash news
di Marco Lombardi

Nel corso di un'intervista rilasciata ai colleghi di News.Superscommesse.it, mister Roberto Breda è tornato sull'amaro epilogo dell'ultimo campionato di Serie B sfociato nella retrocessione della sua Ternana.

Dopo una stagione come quella appena vissuta, con la salvezza miracolo sfiorata con la Ternana, sorprende vederla senza una panchina, anche perché in carriera ha quasi sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Qual è il “problema”? Breda non è un allenatore “glamour”? Protesta troppo poco in panchina?

Una risposta purtroppo non ce l’ho… Anche quando mi confronto con il mio staff capita di chiedersi cosa sbagliamo. A Terni abbiamo fatto un lavoro importante, quando siamo subentrati la squadra era ultima e con i punti raccolti avremmo chiuso al 7° posto. Evidentemente mi hanno battezzato come uno che subentra… Non sono uno che si piange addosso, cerco sempre di analizzare ogni situazione nei dettagli per capire dove posso migliorare magari per cercare di meritare un progetto dall’inizio. Forse dovrei avere più pazienza, ma per come sono fatto fatico a stare fermo. Se mi guardo indietro i rimpianti ci sono. Penso al Perugia dove non fui confermato nonostante avessimo centrato i playoff. O ad Ascoli, dove siamo andati a cinque minuti dal giocare la post season…

La sua Ternana è andata ad un passo dalla salvezza, che sarebbe stata un’impresa considerando che l’età media era la più bassa della categoria e che la rosa è stata ulteriormente indebolita a gennaio. Avete vinto a Cremona e Palermo e avete dominato l’andata del playout contro il Bari. Si può parlare di rimpianti, pensando magari alle partite contro Ascoli e Südtirol, o lottare alla pari con squadre come Bari e Spezia può già essere considerato un successo?

Accettare l’epilogo dell’ultima stagione è davvero difficile. Sono stati decisivi i particolari. Purtroppo quello che doveva andare storto è andato storto. Penso alle due partite con lo Spezia e in particolare a quella del ritorno, con il pareggio sfumato a sette secondi dalla fine. Poi ai tanti infortuni, come quelli di Sgarbi, Capuano e Iannarilli. I ragazzi hanno dato tutto nonostante anche a gennaio siamo dovuti ripartire da capo a causa delle tante partenze. Dispiace perché con la salvezza si sarebbe potuto dare continuità al progetto e magari anche creare un modello. La base c’era, abbiamo avuto una base di sei-sette titolari classe 2004. E con chi subentrava si arrivava a 10. Grazie alla società era nato un bel progetto. Lo sport purtroppo è questo, non resta che cercare di trasformare la delusione in rabbia e determinazione per una nuova avventura. Speravo ce ne fosse una nuova quest’anno dall’inizio, ma dovrà aspettare ancora.