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GazzSport - Torregrossa: "A Carrara sono rinato. Che ricordi a Brescia con Balotelli e Tonali"

GazzSport - Torregrossa: "A Carrara sono rinato. Che ricordi a Brescia con Balotelli e Tonali"TuttoB.com
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
domenica 23 marzo 2025, 14:00Carrarese
di Angelo Zarra

Ernesto Torregrossa sta agli specialisti d’area come Ghirardelli stava a Tomba nello sci. Si, perché Torregrossa in area ci sa stare, ma nasce trequartista, ha piedi morbidi e tiro fulminante anche dalla distanza. “All’inizio della carriera giocavo da 10, poi con il tempo, sono diventato più centravanti. Ma anche a Brescia, sia con Donnarumma che con Balotelli, ho fatto la seconda punta. Mi piace giocare con un altro attaccante a fianco, anche se spesso tra i due sono io a fare un lavoro più difensivo”. Oggi, a 32 anni, il presente dice Carrarrese, un’isola felice che lo ha accolto dopo mesi bui a Salerno. “Devo solo dire grazie al direttore, mi ha aiutato a ritrovare me stesso. Avevo un po’ perso stimoli e fiducia”. Nell’ultimo turno contro il Sudtirol ha punto al novantesimo con una gemma delle sue. “Il gol mi mancava da un po’. Trovarlo all’ultimo minuto, per giunta di tacco, è stato speciale”.

Partiamo da qui. A Carrara ha ritrovato il sorriso? 

 

“Mi sento rinato. Sento di aver ritrovato me stesso. Devo ringraziare il direttore, mi ha convinto in un minuto. Negli ultimi tempi a Salerno avevo perso un po’ di stimoli e fiducia. Avevo bisogno di ritrovare il vero Ernesto. Spero di essere un valore aggiunto per la salvezza”. 

 

Nell’ultimo turno è arrivato anche il gol. Di tacco, al novantesimo. Quanto le mancava?

 

“Tanto, anche se non sono mai stato uno ossessionato dal gol. Ho sempre messo davanti gli interessi della squadra. E infatti in questo caso è stato importante per prendere un punto contro una diretta concorrente. Segnare mi mancava da un po’. Poi farlo di tacco, all’ultimo minuto e per giunta di tacco, è stato speciale”. 

Che squadra ha trovato a Carrara? 

“Una squadra forte, piena di ragazzi con grandi qualità. Sono rimasto sinceramente impressionato. Penso che sia un gruppo che merita la Serie B anche per valori individuali. E lotteremo fino alla fine per mantenere la categoria e salvarci”. 

Con Calabro ha giocato sia da nove che dietro la punta, dove si trova meglio? 

“Mi piace di più giocare con un attaccante vicino. L’ho fatto a Brescia con Alfredo Donnarumma e con Balotelli e devo dire che mi sono trovato molto bene. All’inizio della carriera giocavo da 10 e mi piaceva un sacco, poi mi sono spostato più avanti col passare degli anni”.

È vero che prima di entrare in campo si motiva guardando i video dei grandi attaccanti? 

“Si, lo faccio da sempre. Guardo Bierhoff e ne ammiro i colpi di testa, altre volte vedo i gol di Vialli, Mancini e Icardi. Poi ce n’è uno di cui ammiro tutto: Batistuta. È stato l’idolo della mia infanzia”. 

Ha nominato lei Brescia e Balotelli. Che ricordi ha? 

“Stupendi, davvero. La promozione in Serie A è uno dei momenti che porterò nel cuore. L’anno prima ci eravamo salvati all’ultimo, poi abbiamo fatto una cavalcata da vera underdog. Poi vabbè la A è un altro mondo: ricordo l’esordio, San Siro, i primi gol. Un insieme di cose incredibili”. 

E su Mario? 

“Io ho conosciuto un Balotelli diverso da quello che avevo sempre visto in tv o sui giornali. Mario è un ragazzo solare, generoso. E poi quanto è forte. A volte lo vedevo in allenamento e pensavo proprio. ‘Ma che c’entra questo con noi?’. In più era l’anima dello spogliatoio. Pensi che una volta regalò una PlayStation a tutti, così potevamo sfidarci”.  

A Brescia con lei c’era anche Tonali. Si vedeva già che sarebbe diventato un grande giocatore? 

“So che lo si dice sempre, ma chi mi conosce lo sa. Io l’ho detto al primo allenamento. Sandro era un sedicenne che in campo giocava e pensava come un uomo di trentacinque. E aveva già passo e tecnica fuori dalla media. Io me lo ero preso sotto la mia ala, gli facevo un po’ di scherzi e lo mettevo in mezzo. Lui quanto rosicava…”. 

Vi sentite ancora? Gli ha mandato un messaggio dopo la vittoria in Carabao?

“Assolutamente sì. Ci sentiamo spesso e dopo la vittoria con il Liverpool gli ho fatto i complimenti. Quando posso cerco sempre di vederlo. Per me, al momento, è uno dei centrocampisti più forti del mondo”. 

Chiudendo il capitolo Brescia: un aneddoto su Cellino? 

“Il presidente è una persona particolare, ma non lo scopro di certo io. Ma io posso solo parlarne bene, anzi senza di lui chissà che carriera avrei fatto. Io a Brescia ero in prestito, davanti c’era Caracciolo e il mister mi provava addirittura esterno. Ma sentivo che non era il mio ruolo. Così, chiesi al direttore di andare via. Lui parlò con il presidente che senza dirmi nulla mi riscattò. Mi disse che sarei stato il futuro del Brescia. Dal nulla, senza preavviso. Poi ci sarebbero tante cose da raccontare, ma quello che succede in spogliatoio per me resta in spogliatoio…”.

Veniamo alla Nazionale. La sua è stata una scelta particolare. Nel 2022 ha accettato la chiamata del Venezuela, paese d’origine di suo padre Lirio. Come è andata? 

“Vorrei precisare che io ovviamente sono italiano e mi sento italiano. Quindi il sogno sarebbe stato quello di esordire con la maglia azzurra. Però la federazione del Venezuela mi corteggiava da anni e ho deciso di vivermela come un’esperienza. Ed è stato bellissimo. Mettiamoci anche il fatto che ho segnato due volte alle prime due partite… che potevo chiedere di più?”.