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Focus On...Boadu Maxwell Acosty, a Castellammare per non essere un'altra meteora

Focus On...Boadu Maxwell Acosty, a Castellammare per non essere un'altra meteoraTuttoB.com
© foto di Federico De Luca
lunedì 13 agosto 2012, 09:00Focus On...
di Luca Ngoi

Non fatevi ingannare dai fin troppo facili stereotipi dell’ala africana veloce sì, ma come si suol dire “tutto fumo e niente arrosto”. Le meteore Obinna, Martins e Makinwa (per citare gli esempi più recenti) possono trarre in inganno nel caso che stiamo per analizzare. Boadu Maxwell Acosty è infatti un ragazzo di neanche 21 anni nato ad Accra, in Ghana, che come diversi suoi coetanei ha avuto la fortuna di poter sfruttare una possibilità nel difficile mondo del calcio europeo, in particolare in quello italiano che di questi tempi vive un periodo di crisi ed è alla ricerca di nuovi campioni che possano ridare lustro alla nostra Serie A.

In prospettiva Acosty è uno di questi. Il talento è indubbio per questo esterno d’attacco (si dice così nel calcio moderno) dotato di velocità infiammante unita ad un dribbling ubriacante che deve ancora imparare ad incanalare nella direzione giusta, così come ha anche sottolineato il suo nuovo allenatore Piero Braglia in occasione di una delle sue prime partite con la maglia della Juve Stabia: “Buona prova la sua, arriva spesso sul fondo e pressa molto nonostante sia con noi solo da qualche giorno. Deve però ragionare in un altro modo, ha le qualità ma deve essere più concreto e preciso”. Il classico prodotto non finito, dalle grandi potenzialità ma ancora non espresse quelle di questo ghanese che ha iniziato la sua carriera nel vivaio della Fiorentina, o meglio dalla Reggiana, che prima di tutte lo aveva notato e fatto aggregare prestissimo alla prima squadra.

Furono però i Viola i più determinati ad aggiudicarselo in una corsa a quattro che ingaggiò anche Juventus, Sampdoria e Genoa. Così Acosty diventa in breve tempo, grazie ai suoi lampi di genio, uno dei leader della primavera fiorentina che nel 2010 conquista la Supercoppa italiana di categoria proprio grazie ad un suo goal contro la Roma. Nell’annata scorsa era stato anche l’allora ds Corvino, uno che di giovani di tutto il mondo se ne intende, ad assicurare per lui (e per l’attaccante Kenneth Zohore) un futuro come trascinatore della formazione gigliata anche in prima squadra in occasione del Torneo di Viareggio, rassegna che vedrà Acosty e compagni raggiungere e perdere la finale contro l’imbattibile Inter poi campione d’Italia.

Nell’ultima, travagliata annata viola, il ragazzo classe ’91 ha anche modo di allenarsi in pianta stabile con i grandi, quelli della Serie A, il campionato che ha sempre sognato nei suoi sogni di bimbo in Africa. L’esordio arriva alla 19esima giornata contro il Cagliari: 27 minuti in uno scialbo 0-0 che nemmeno la sua verve riesce a sbloccare. Da lì in poi, anche grazie all’arrivo di Delio Rossi, altro tecnico che ha sempre puntato sui giovani se validi e meritevoli, il suo impiego è più regolare, arrivando a subentrare praticamente in tutte le partite del finale di stagione. Non arriva una rete che potrebbe proiettarlo tra i pilastri da cui poter ripartire da subito per una squadra deludente e una piazza altrettanto amareggiata, ma l’impressione che desta è buonissima e più che valida per stimolare gli interessi di tante squadre di Serie B che lo vorrebbero per garantirgli un anno di esperienza che potrebbe giovargli e non poco nel suo processo di maturazione.

Dopo una trattativa lunga e che poteva anche concludersi il Gennaio precedente (Delio Rossi pose il veto sulla transazione) finalmente Acosty approda alla squadra che più di tutte aveva dimostrato di volerlo: la Juve Stabia del direttore Salvatore Di Somma, che rivela che prendere in prestito il ragazzo “è stato più difficile che corteggiare una bella donna”, insomma non proprio un’impresa da poco ma che alla fine fa rimanere tutti felici e contenti, l’ex viola per primo, che sempre in occasione dell’amichevole di cui sopra dichiara: “Indosso finalmente questa maglia, era un anno che la inseguivo”. Ora però è venuto il momento per lui di dimostrare realmente cosa può dare e di poter essere in un futuro una di quelle stelle che faranno risplendere la Serie A.