La Nazione: "Il Perugia affonda gli artigli sulla B: 'Lecco in malafede, ecco perché'"
"Il Grifo affonda gli artigli sulla B: 'Lecco in malafede, ecco perché'", titola La Nazione.
Il Perugia si presenta al Tar. Attacca dopo gli attacchi ricevuti. Non resta alla finestra ad aspettare quello che accadrà, ma si presenta alla battaglia con armi affilate. Dopo aver assistito a una campagna in favore del Lecco anche da parte di chi dovrebbe restare neutrale, il presidente Santopadre ha deciso di scoprire le carte e dimostrare che il comportamento del Lecco è stato sbagliato dal principio, con la "complicità" di chi, invece, avrebbe dovuto vigilare. E se ha fatto scalpore la mossa del ricorso al Tar del Lazio da parte della Figc, fa rumore la mossa del Perugia che tramite l’avvocato Loredana Giani ha inoltrato a sua volta “controricorso e ricorso incidentale” nei confronti del Lecco e della Figc al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio "La malafede del Lecco ha del clamoroso – si legge – . Conseguentemente, parimenti clamoroso, è l’atteggiamento di FIGC che un tale comportamento ha di fatto avvalorato". Questo è scritto nel ricorso presentato dal Perugia con la richiesta di rigettare, perché infondato, il ricorso inoltrato da Lecco e Figc allo stesso TAR del Lazio contro la pronuncia del Collegio di Garanzia del Coni che aveva accolto il ricorso del Grifo contro l’ammissione in B dei lombardi.
E nel ricorso emergono tanti passi falsi del Lecco nella presentazione della domanda di iscrizione. Non solo i ritardi, nonostante "il 5 giugno la Lega B inviava a tutti i partecipanti ai play-off di Lega Pro, Lecco compreso, apposita e-mail nella quale venivano ricordati “i documenti necessari a completare l’eventuale iter descrittivo al campionato di serie B" ma anche errori macroscopici "in malafede".Secondo quanto scritto dalla dottoressa Loredana Giani, il Lecco "non solo ha presentato con tre giorni di ritardo la documentazione relativa allo stadio di Padova ma tra il 15 ed il 20 giugno ha modificato le indicazioni relative all’utilizzo dello stadio stesso. Finestra nella quale invece ogni club avrebbe potuto solo dar corso alle integrazioni. La disciplina dice infatti che tutti gli adempimenti potranno essere integrati senza dare luogo a sostituzioni. Viceversa il 15 giugno il Lecco dichiara che intende utilizzare il proprio stadio pur sapendo che tale stadio non è norma per la B e, una volta scaduto il termine del 20, modifica l’indicazione da compiersi irretrattabilmente il 15 giugno comunicando che invece giocherà a Padova".
Secondo quanto scritto dalla legale del Perugia il Lecco avrebbe dovuto essere escluso per il solo fatto di aver modificato le indicazioni dello stadio in cui giocare poiché tale modifica non è consentita dal sistema delle licenze. Mentre la Figc avrebbe "illegittimamente sorvolato su tale palese violazione della disciplina" riconoscendo le cause di forza maggiore e il Consiglio federarle avrebbe quindi "chiuso gli occhi persino sulla regola per la quale la documentazione presentata oltre il termine perentorio del 20 giugno non avrebbe potuto essere presa in considerazione né dalla Commissione Criteri Infrastrutturale né dalla Federazione". Insomma stando alle 28 pagine, nel comportamento del Lecco (e non solo) c’è più di una svista o di un ritardo. Solo per chiarirlo a chi grida allo scandalo.